Il deputato del PD a "Verissimo": "Le parole sono pietre che creano ferite"
Il deputato del PD Alessandro Zan si racconta senza filtri a "Verissimo", in un'intervista che mostra un lato inedito dell'attivista. Zan inizia ripercorrendo la sua adolescenza, un periodo delicato in cui ha preso consapevolezza del proprio orientamento sessuale: “Ho conosciuto la paura quando mi sono reso conto, durante l’adolescenza, che l’omosessualità non era un’opzione possibile nella società in cui vivevo. Capivo che questo non era un aspetto accettato sia in famiglia che a scuola: i miei compagni facevano battute omofobe e io dovevo nascondermi”.
Zan poi ripercorre uno dei momenti più sofferti della sua vita, ovvero il coming out con la famiglia: “Mia madre mi ha accolto e mi è stata molto vicina. Con mio padre, invece, è stata una tragedia" - ha raccontato -. Lui è cresciuto in una famiglia particolarmente tradizionale, segnato da un’infanzia difficile e cresciuto in un contesto culturale dove l’omosessualità era considerata una malattia. Quando gliel’ho detto non ci siamo parlati per mesi”.
“Ho passato dei momenti difficili - racconta Zan - ho deciso di andarmene di casa ma è stata una scelta necessaria che poi ci ha unito nuovamente. Infatti, dopo una prima reazione di rabbia, mio padre ha iniziato un suo percorso che l’ha portato ad accettarmi. Alla fine, ha cercato di rimediare e mi ha dimostrato tutto il suo sostegno, si è anche impegnato nella mia campagna elettorale”.
A Silvia Toffanin che gli chiede come viva oggi l’amore, Zan risponde: “Non ho un compagno, ma la speranza di innamorarmi e di vivere con una persona c’è sempre”.