La conduttrice de "L'isola dei Famosi" parla per la prima volta in tv del reality nella puntata del talk show di sabato 4 maggio
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A un mese dalla fine de "L’Isola dei Famosi", Alessia Marcuzzi parla per la prima volta in tv di come abbia vissuto quest’ultima edizione turbolenta del reality. Nella puntata di sabato 4 maggio, a Silvia Toffanin racconta: "Io le mie responsabilità me le prendo. Non ero d’accordo sul videomessaggio a Riccardo Fogli. Il mio errore è stato quello di non dire 'no' più forte".
Ai microfoni del talk show di Canale 5, Alessia Marcuzzi spiega le difficoltà di un programma come "L'isola dei Famosi": "Il reality è un reality anche per noi conduttori. E’ tutto 'live', senza un vero e proprio copione, è in diretta e succedono tante cose che anche noi viviamo quasi come i concorrenti. E' bello, ma anche molto difficile da condurre”.
La conduttrice fa un bilancio dell'ultima edizione: "Fino all'intoppo con Riccardo mi sentivo proprio che fosse la mia Isola più bella, anche come conduzione. E poi è successo che con Riccardo Fogli è arrivata questa onda anomala che ci ha travolti tutti".
Senza tirarsi indietro dice schiettamente la sua sul famigerato videomessaggio di Fabrizio Corona, in cui si parlava di un presunto tradimento della moglie di Fogli: "Mi sono voluta scusare con lui in diretta, soprattutto per non averlo abbracciato abbastanza. Solitamente sono molto materna, ma in quel caso non sapevo bene cosa fare e mi sentivo in colpa, perché avrei potuto evitarlo. Io le mie responsabilità me le prendo. Quando ho visto quel videomessaggio non ero molto d’accordo. Avrei voluto Fabrizio Corona in studio perché sarebbe stato più facile avere un contraddittorio. In quel video c’erano per me delle cose troppo violente e il mio errore è stato quello di non dire ‘no’ più forte. Non potevo dissociarmi da quel video perché lo avevo visto, per cui, non essendo ipocrita, a Riccardo ho potuto dire solo mi dispiace".
Infine commenta le dure critiche mosse da Simona Ventura sulla sua conduzione del reality e sull’uso del "gobbo": “Non si parla male dei colleghi. E’ una cosa che trovo poco elegante. Lei ha fatto la sua Isola, io ho fatto la mia, ognuno ha il suo modo di condurre. La cosa che mi fa sorridere è che noi abbiamo iniziato insieme. Anche se il 'gobbo' può essere fondamentale e non bisogna denigrare i suggeritori, ora ho quasi 47 anni, sono quasi trent’anni che faccio questo mestiere e mi viene da ridere quando si parla di copione o di uso del 'gobbo', perché non sarei ancora qui dopo 30 anni, ne avrò avuti di successi! C’è bisogno di solidarietà tra colleghe. E’ un peccato - conclude - che non ci sia e che si debbano andare a dire delle cose che secondo me sono un segno di debolezza".