A “Le Iene Show” (in onda in prima serata su Italia 1) l’ultima intervista al calciatore prima della lettera di ritiro
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"Meglio il calcio nel ‘99 tutta la vita. Adesso sono tutte schiappe. Una massa di pi**e". Così Antonio Cassano ai microfoni di Stefano Corti e Alessandro Onnis a "Le Iene Show", stasera in prima serata su Italia 1, per l’ultima intervista prima della lettera, pubblicata dal giornalista Pierluigi Pardo, in cui scrive: "È arrivato il giorno. Quello in cui decidi che è finita per davvero. […] Per giocare a pallone servono passione e talento ma soprattutto ci vuole determinazione e io in questo momento ho altre priorità".
Il talento barese, che poche ore fa ha annunciato il suo addio, parla della situazione del calcio italiano:"Togli la Juve in Serie A e Higuain che gioca nel Milan, trovami un campione". E sui bianconeri spende parole di profonda stima: "È la squadra più forte in assoluto in Italia e una delle migliori in Europa" Giocarci? Cassano risponde con molta sincerità: "A 36 anni vado in retromarcia, come faccio? No, la Juve non è per me. Dopo tre giorni mi caccerebbero. Primo giorno la firma, secondo giorno l’allenamento, terzo giorno la rescissione".
Di Capello dice: "Il più grande allenatore che abbia avuto". Di Galliani: "Il dirigente più forte degli ultimi 30 anni in Serie A". Ottime parole anche per Totti: "Il calciatore più forte italiano della storia insieme a Baggio e Maldini".
Pollice verso invece per Stramaccioni:"Il peggior allenatore incontrato".
E ancora sulla Nazionale: "Non è una squadra decente. Assolutamente è colpa dei giocatori. Anche Guardiola, che è il migliore allenatore al mondo, non può fare miracoli senza giocatori. Chi vince sono sempre i calciatori, chi perde sono gli allenatori. Mancini è l’uomo giusto? "È l’uomo giusto con una grande squadra. Sarà l’uomo giusto con una squadra normalissima? Bah, ne dubito.
Tra gli altri intervistati durante la serata anche la mamma di Stefano Cucchi, Rita e la sorella Ilaria sulle ultime rivelazioni sul pestaggio del geometra trentenne.
Silvio Schembri si reca poi a Mazara del Vallo, dove parla con le famiglie dei marinai e gli armatori dei due pescherecci italiani “Afrodite Pesca” e “Matteo Mazzarino”, fermati la sera del 9 ottobre, a circa 30 miglia a nord di Derna (Libia), da una motovedetta libica e condotti nel porto di Ras Al Hilal. Contro i motopesca italiani sarebbero state esplose anche raffiche di mitra, senza conseguenze per i 13 membri dell’equipaggio. Schembri riesce anche a mettersi in contatto con i pescatori dopo la loro liberazione.