DAL 13 GENNAIO SU CANALE 5

Arriva "Made in Italy", Fiammetta Cicogna: "Sono diventata una donna disinibita degli anni 70"

Dal 13 gennaio, in prima serata su Canale 5, va in onda la fiction che racconta la nascita della grande moda a Milano. La Cicogna è una delle protagoniste e Tgcom24 l'ha sentita

di Massimo Longoni
11 Gen 2021 - 10:17
 © Ufficio Stampa Mediaset

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Parte il 13 gennaio, in prima serata su Canale 5, "Made in Italy", la fiction che racconta la nascita della grande moda a Milano negli anni 70, tutto vissuto dal punto di vista dalla redazione della rivista "Appeal". Tre le redattrici c'è Monica Massimello, interpretata da Fiammetta Cicogna. "La cosa più difficile è stata essere una ragazza spavalda di quel decennio - racconta -. E poi Monica è molto disinibita, io non ho il suo 'curriculum'".

"Made in Italy", Fiammetta Cicogna è la disinibita Monica

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Giovane redattrice di “Appeal”. Bella, solare, disinibita, Monica sembra essere agli antipodi della protagonista Irene, interpretata da Greta Ferro, ma in realtà tra le due scatta una grande simpatia e le ragazze legano immediatamente. Monica vive da sola in un piccolo appartamento dove, ben presto, si trasferirà Irene in rotta con i genitori: di qui passano diversi "amici" di una sera o poco più. Ma Monica non ha intenzione di fare sul serio con nessuno, fino a quando il destino… 

Fiammetta come è stato questo viaggio nel tempo negli anni 70? 

La cosa più difficile è stata essere una ragazza spavalda di quel decennio. Ci sono talmente tante cose che oggi diamo scontate che è stato necessario studiare. Per dire uscire con una minigonna per me è normale. Dovevo riuscire a fare entrare in un personaggio leggero come Monica il peso di una rivoluzione culturale e sessuale che è avvenuta in quel periodo. Erano donne macigno, che hanno spianato la strada a tutte quelle che sono venute dopo.  

E' stata una scoperta per te?

In realtà ho sempre studiato tanto gli anni 70. Amo tutto di quel periodo, dall'architettura al design alla musica. Ho genitori grandi e le mie zie hanno vissuto la grandeur di quel decennio, peraltro con armadi pazzeschi, pieni di Krizia, Missoni. Quindi per me è stato come un revival, perché da piccolina io attingevo a quegli armadi per vestirmi per gioco. Sono cresciuta con quel gusto estetico. E poter rivivere quegli anni, grazie agli scenografi, è stato come vivere il mio sogno.

Come ti sei trovata a vestire quei tessuti e quelle linee?

La caratteristica degli anni 70 è... grattarsi! Poi io sono un po' principessa. Non lo sono per tanti versi ma sui tessuti... Sono abbastanza delicata: se questo non è puro cotone non lo metto, la lana che gratta mi dà fastidio... Quindi è stato un lavoro attoriale anche essere in quegli abiti. Per non parlare delle passeggiate che mi sono fatta con gli stivali con il tacco, io che sono abituata a leggings e sneakers perché sennò mi vengono le "cipolle" come quelle che vedo in spiaggia a certe signore che hanno vissuto quegli anni. Non c'era niente di comodo all'epoca! Lo stile vinceva sulla comodità.

Proprio lo stile è al centro della storia. Quello stile nato in quel decennio a Milano e che sarebbe poi esploso negli anni 80. Cosa ti ha affascinato di quell'ambientazione?

Io la moda l'ho vissuta un po' da modella, poi da attrice. In questo caso ho lavorato sul dietro le quinte: mentre giravo "Made in Italy" "ho fatto la moda". Mi sono senta protagonista di quel periodo in cui è stato creato ciò che viviamo ancora oggi. Una volta la moda era solo il vestito: oggi c'è il designer prima ancora dell'abito. Negli anni 70 si inizia a mettere un volto e una filosofia dietro il vestito, si guarda al processo di creazione. E questo è stato molto interessante.

Ti sei sentita a tuo agio nei panni di una giornalista?

Fare gli articoli mi ha molto divertito. Sono diventata un mostro nel battere a macchina, bravissima. Per la gioia del mio fidanzato che è uno di quelli per cui non puoi usare le scarpe che fanno "gnek gnek" perché si infastidisce. E poi impaginare ritagliando le letterine dai giornali... divertentissimo. 

In cosa ti sei ritrovata nel personaggio di Monica?

La sua leggerezza e prendere tutto sul ridere è un po' mio. Delle volte, anche con amici, persino nelle situazioni drammatiche, io cerco di dire la stupidata per alleggerire. Qualcuno mi rimprovera, ma lo faccio a fin di bene. Peraltro studiando Monica ho capito che il mio prendere tutto alla leggera è un meccanismo di difesa rispetto a certe situazioni che potrebbero essere difficili da affrontare. Così ora, quando capisco che sta arrivando il meccanismo di difesa inopportuno, cerco di deviare... "No Fiammetta, non dire la tua solita caz...ta!".

Cosa invece ti separa da lei?

Ecco... a lei piacevano molto gli uomini. Molto. Era molto libera. Io invece sono una "pallosa": mi metto con uno e ci sto per sette anni. Non ho un curriculum alla sua altezza (ride - ndr). 

Però anche lei nella serie deve capitolare di fronte al destino...

Questa cosa negli anni l'ho studiata tanto, perché ho attraversato varie fasi: sono stata uno spirito un po' guerriero, un po' femminista, poi ho trovato l'armonia. Penso che tutti, anche gli scudi più indistruttibili hanno di punti deboli, e se qualcuno riesce a trovarlo nel punto giusto ti piace farti coccolare. Abbiamo tutti una porta d'entrata, tutto sta nel trovare nel cammin di nostra vita la persona giusta. Non i lupi ma nemmeno gli agnelli che sono noiosi. Le giuste vie di mezzo...

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