Il cantante pubblica il singolo "You". "Per i Bee Hive abbiamo tante richieste, forse l'anno prossimo..."
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Torna Manuel De Peppe, batterista dei mitici Bee Hive, e ora affermato produttore e arrangiatore. Trasferitosi negli Usa ormai da una decina di anni, De Peppe ha pubblicato il singolo "You". "E' un pezzo rock dalle sonorità anni 80 - spiega a Tgcom24 -. I Bee Hive? Abbiamo tante richieste per tornare insieme ancora una volta. Forse l'anno prossimo riusciremo a realizzare qualcosa..."
Dopo essere stato il batterista del gruppo legato alla serie "Love Me Licia", De Peppe ha debuttato come solista sempre nell'ambito delle sigle con "Tutti in campo con Lotti" e poi si è trasferito negli Stati Uniti. Lì ha intrapreso la carriera di produttore e arrangiatore, collaborando con molti artisti di Miami e Los Angeles, alcuni molto noti come il cantante dei Chicago, Bill Champlin. Ora, in attesa di rivederlo con i Bee Hive, ha appena pubblicato il suo nuovo singolo solista, "You".
Come mai hai deciso di trasferiti negli Stati Uniti?
Il problema dell'Italia è che è troppo limitata da un punto di vista stilistico. Qui ci sono radio a volontà, di ogni genere. Vuoi fare un pezzo country o uno gospel? Troverai sempre qualcuno che te lo passa. In Italia lo canti agli amici.
Di strada dal tempo dei Bee Hive e delle sigle per i cartoni ne hai fatta...
I Bee Hive sono stati una bellissima parentesi. Nel 2008 abbiamo fatto la reunion, che ha ottenuto un grandissimo successo, tanto che abbiamo replicato la cosa nel 2011 con un minitour in Italia. Lo abbiamo concluso al Palabrescia con un pienone pazzesco. C'è proprio sete di anni 80. E' bello vedere ai nostri concerti anche ragazzini di oggi: grazie alle repliche in tv e a YouTube, anche le nuove generazioni ci seguono.
Adesso invece sei concentrato sulla tua carriera solista.
Questo mese sono usciti due singoli: un duetto con Clara Serina dei Cavalieri del Re, "Mi ami anche tu", ed è andato molto bene.
Il legame con il mondo delle sigle continua?
Sì, anche se in realtà è un pezzo che non c'entra nulla con i cartoni. Sono stati i nostri fan a farci conoscere. E' una canzone in stile latino che abbiamo realizzato sia in italiano che in spagnolo.
E poi invece c'è "You".
"You" che è un pezzo rock, scritto e arrangiato da me. Ho voluto tenere le sonorità anni 80 unendole a quelle contemporanee. Sono cresciuto con i Toto, amo quell'epoca. Credo che la gente abbia bisogno di sentire ancora queste sonorità.
Come sta andando?
Sta avendo ottimi riscontri. Diverse radio lo stanno mettendo in rotazione. So che va molto su Rock Fm delle Mauritius... pazzesco dove puoi arrivare con Internet!
Quindi secondo te Internet è uno strumento positivo per la musica?
Gli emergenti sono fortunati. Fino a qualche anno fa dovevi essere per forza legato a una casa discografica. Adesso se uno è bravo e sa mettere un minimo le mani a livello di marketing, può arrivare a livello mondiale.
Com'è la situazione negli Usa per artisti emergenti o indipendenti?
C'è grande fermento. In Italia esce un artista e ne fanno venti uguali. In America è vietato suonare cover nei locali. Gli artisti vanno e propongono la loro musica. La Bmi, la Siae americana, organizza showcase dei propri artisti. In Italia ci sono un sacco di band tributo. Se rifanno band che non ci sono più ben vengano, ma che senso ha vedere la band tributo degli U2 o di Vasco rossi? Vado a vedermi gli originali! Che creatività c'è in questa cosa? E spesso fanno le band tributo per poter suonare, perché i locali chiedono quello.
E invece che peso hanno i talent sulla realtà statunitense?
Gli Usa sono più grandi e gli artisti che escono dai talent hanno superato dei casting spaventosi, dove vengono lasciate a casa cantanti che sono più brave di Mariah Carey. E comunque il canale talent e reality non va a sostituire il canale tradizionale di scoperta di talenti. Si organizzano degli showcase e la gente delle case discografiche vengono a sentirti.
Pensi sia possibile rivedere ancora una volta insieme i Bee Hive?
Abbiamo più di una richiesta. Tra l'altro ci sarebbe in ballo anche l'uscita di un dvd registrato nell'ultima data del tour del 2010 ma dobbiamo lavorarci per ovviare a un errore tecnico che è stato fatto sul fronte audio. Comunque non è detto che per l'anno prossimo non si facciano altre cose. Il problema è che c'è molta crisi in Italia e il progetto Bee Hive costa. Io e Sebastian viviamo in America, bisogna concentrare gli impegni...
Come mai non vengono più realizzate sigle che diventano delle vere hit come un tempo?
C'è troppa roba. Una volta il riferimento era Bim Bum Bam, tutto era concentrato in un contenitore. E' assurdo che la tv italiana non abbia un programma per bambini. E poi il bambino è il miglior critico e anche il più severo. Se non scrivi un pezzo orecchiabile e accattivante non te lo compra. Le sigle sono molto importanti. E' un peccato che si sia tutto disperso in molti canali che sono belli da un lato ma spesso fanno la stessa cosa.