Ascolti bassini, Pippo Baudo contento e Luciana Littizzetto superstar
di Domenico CatagnanoPippo Baudo sembra avere vinto la sua prima scommessa. I dati d'ascolto (oltre 12 milioni di spettatori nella prima parte), anche se non esaltanti (i più bassi dal '96), non lo scompongono più di tanto. "Bisogna considerare -hanno detto il conduttore e il direttore di Rai Uno Fabrizio Del Noce in conferenza stampa- che non c'è stata pax televisiva, la concorrenza non è stata a guardare e ha puntato a fare audience, basta pensare a Zelig".
Lo show allungato dei cantanti, che rischiava di appesantire la serata, ha offerto invece momenti di spettacolo che hanno dato un po' di vivacità alla ripetitiva alternanza delle canzoni in gara come succedeva negli anni scorsi.
Certo, i tempi si sono fin troppo dilatati, ma bastava diminuire il numero dei cantanti in gara, e, pur mantenedo questa formula, non si sarebbe arrivati a tirare avanti fino all'una di notte. "In effetti c'è qualcosa da rivedere - conferma Baudo -, con 14 o 16 campioni in gara lo show sarebbe stato più snello".
E' piaciuta la grinta delle due donne di Pippo, che non si sono limitate a fare le signorine buonasera ma hanno dato vivacità allo show. Serena Autieri ha tirato fuori una voce di tutto rispetto (chissà cosa ne pensa chi l'ha scartata a Sanremo sei anni fa), Claudia Gerini si è mossa con disinvoltura come cantante, ballerina e presentatrice.
La vera star della serata è però stata Luciana Littizzetto, ringraziata pubblicamente da Baudo. Non a caso il picco di ascolti c'è stato quando è entrata in scena lei, che, lasciata a ruota libera, senza censure, riesce a dare il meglio di sè. Il doppio bacio appassionato con Pippo Baudo si candida ad essere una delle immagini-simbolo di questo Festival, e a quanto pare Katia s'è vendicata baciando in diretta Luca Giurato a Uno mattina.
Altra immagine da ricordare sarà l'esibizione di Peter Gabriel dentro il pallone. All'ex Genesis, del quale Baudo non ha sentito (o ha fatto finta di non sentire) l'appello pacifista, va riconosciuto un grande merito, fondere spettacolarizzazione e qualità musicale.
E la gara? Inevitabilmente in secondo piano, come sempre accade al Festival da quando c'è altro da vedere oltre alle canzoni. Discreto il livello generale tra i campioni, più scarsi i giovani, dai quali ci si aspetta sempre un po' più di coraggio, anche se poi alla fine ci si trova davanti a pezzi molto legati alla peggiore tradizione sanremese.
Giurie concordi su Alex Britti, che non stecca alla prima come successe due anni fa e si ritrova meritatamente in testa della classifica. Ai giurati di qualità sono piaciuti molto Sergio Cammariere, primo ex aequo con Britti, e il duo Mirò-Ruggeri, che precedono Iva Zanicchi.
L'aquila di Ligonchio è stata invece bocciata da quello che dovrebbe essere il suo pubblico, quello della giuria dei consumatori, il cui basso consenso è stato determinate per sbatterla in coda nella classifica generale. Discorso inverso per Anna Oxa, ultima per gli esperti, settima per i consumatori. Penalizzato Cristiano De Andrè, che meritava di più.
Tra i giovani Dolcenera ha messo d'accordo tutti: la sua canzone è orecchiabile, ma il testo è banale. La più originale degli otto, Patrizia Laquidara, langue in sesta posizione.
Due parole sul Dopofestival, andato in onda troppo tardi, che ha offerto pochi spunti di discussione, fatta eccezione per la velenosa provocazione di Simona Izzo che ha definito banale il testo della canzone di Fausto Leali. Un cult le immagini del Festival della canzone bulgara portate dall'enigmatica lookologa Michelle Bonev, che rimane uno dei misteri più affascianti di Sanremo. Chi è? E soprattutto chi l'ha messa lì?