IL RITORNO

Red Ronnie: "Il Roxy Bar non è il futuro, è il presente!"

A 12 anni dalla chiusura, riapre la celebre trasmissione di musica e cultura. Andrà in streaming

12 Ott 2013 - 12:38
 © Ufficio stampa

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Riparte domenica 13 ottobre, alle 21, "Roxy Bar". Lo storico programma di Red Ronnie, andato in onda, prima su Videomusic e poi Tmc2, dal 1992 al 2001. Dopo una pausa di dodici anni, il bar riapre i battenti andando in streaming su Roxy Bar Tv e sulla piattaforma Streamit. "Qualcuno dice che siamo il futuro - dice Red Ronnie a Tgcom24 -, in realtà noi siamo il presente". Tra gli ospiti della prima puntata Samuele Bersani, Luca Carboni e Nina Zilli.

Vincitore per tre anni consecutivi del Telegatto, unico programma non Rai o Mediaset a portarsi a casa il premio, "Roxy Bar" ha lasciato un segno profondo tanto in chi era solito seguirlo quanto in chi ci è passato come ospite. Un punto di incontro tra i giovani e i loro idoli musicali dove parlare in totale serenità di musica, arte, cultura e sociale.

Per qualcuno è una bocca d'ossigeno attesa più di dieci anni...
La cosa strana è che lo sia non solo per quegli artisti emergenti che non hanno più la possibilità di esibirsi con pezzi propri da nessuna parte, ma pare esserlo pure per quelli affermati. Continuo a ricevere messaggi e conferme di gente che verrà nel corso delle varie puntate, da Gianni Morandi a Enrico Ruggeri, da Fiorella Mannoia a Gianluca Grignani. Trovo un entusiasmo e una voglia che mi stupiscono.

Perché hai deciso che era il momento giusto per riprendere?
In realtà io non ho mai deciso di smettere, è qualcun altro che ha preso la decisione di spegnerlo. E' sempre stato qui per me, così come la televisione anche quando non la facevo: per un periodo ho fatto i dvd che andavano in edicola, poi delle collaborazioni con aziende in giro a cercare artisti emergenti. E poi la web tv. Ho fatto interviste che non sono mai andate in onda, ho nel cassetto un'intervista di due ore a Fidel Castro. Per me non c'è stata soluzione di continuità, mi sembra di averlo chiuso ieri.

Però sono passati dodici anni, sei cambiato tu ed è cambiato il mondo. In cosa sarà diverso il Roxy Bar del 2013?
Lo spirito è sempre lo stesso, quello del bar: fare una livella, dove tutti sono uguali. L'imprenditore affermato e l'operaio disoccupato. Al bar giocano a biliardo e si mandano affanculo, parlano di calcio, si confidano i problemi. Lo spirito quindi è quello. La trasmissione è molto più giovane di quel che sembri. Riguardando oggi le puntate di una volta la gente mi dice "quanto era avanti": non era avanti all'epoca, semmai lo è oggi. Perché la televisione è ammuffita, così come la radio. Il mondo è ammuffito: non c'è più spazio per arte, cultura o stare insieme se non urlando l'uno con l'altro.

In questi anni molti si sono sentiti orfani di quella trasmissione. Perché non si è trovato, fino a oggi, il modo di farla?
Il tutto sta in una frase che mi disse Giorgio Gori tempo fa. Secondo lui, sia che io fossi su Canale 5, Italia 1 o Rai Uno, ero sempre lo stesso Red Ronnie. Tendo insomma a mantenere la mia identità. Mentre oggi si tende a omologare. Io ringrazio Streamit perché, se quando partìi con Roxy Bar andavo in onda su Videomusic che raggiungeva il 50% del territorio italiano, oggi con il web vado in tutto il mondo. Non ho problemi di tempo, non dobbiamo temere che ci taglino. E poi la gente potrà rivedere quando vuole, potrà condividerlo, è anche copyleft, ognuno lo può embeddare sul proprio sito gratuitamente. Lo si può vedere anche mentre si è in giro, grazie all'app per gli smartphone e tablet.

Oggi si riesce a supportare una produzione così importante solo per la trasmissione via web?
Si riesce perché uno sponsor ha deciso di investire in Roxybar tv e perché io ci ho messo del mio vendendo la mia collezione rock. Ma i risultati sono ecclatanti. Quando si fanno, con la diretta pomeridiana con Jovanotti, più di 1 milione di contatti. A questi aggiungi quelli della replica e chi se lo vede ondemand, siamo sopra ai numeri che ha fatto con lo speciale su Rai Uno. Parliamo, insomma, di cifre importanti. Poi è chiaro che gli altri media sono lenti ad adeguarsi a questa realtà. Dicono che noi siamo il futuro: io li prendo in giro dicendo "mi state vedendo? E allora, a meno che non abbiate la macchina del tempo, noi siamo il presente, non il futuro". 

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