televisione

D'estate anche la tv va in vacanza

Claudio Lippi scrive per il TGCOM

07 Giu 2004 - 18:11

Pochi giorni e il calendario ci dirà che è Estate. E’ il periodo dei sensi di colpa sull’alimentazione, scatta il terrore della “prova costume”, uomini e donne cominciano diete massacranti, esercizi fisici al limite della tortura, per offrirsi al meglio per quella manciata di giorni di vacanza che toccano in sorte ai più. La cosa è, ormai, un rito pagano ricorrente. Pur non riuscendo a capirla perfettamente ( del resto non è l’unica cosa che non capisco ), mi dà l’impressione di vivacità, di impegno: l’estate risveglia i sensi, le coscienze, l’autostima e quant’altro.

Già, ma per quanto concerne la televisione? Esattamente il contrario. Comincia un lungo letargo. A parte casi rarissimi di proposte originali, vengono riaperti gli archivi e buttati nei palinsesti programmi degni dei migliori collezionisti. Il pubblico estivo viene considerato come appartenente a un altro pianeta, come se non fosse degno di novità. L’estate è la stagione del ripasso. Non hai visto “Ciao Darwin 1,2,3,4,”? Male, malissimo. Per espiare adesso te lo rivedi tutto. Non hai seguito “SuperQuark” quando era il momento? Male, malissimo: adesso te lo guardi, sudato, con le pezze ghiacciate al collo, con il tentativo di creare un minimo di aerazione casalinga aprendo tutte le finestre della casa ed anche il portello del frigorifero. Devi rivedere tutto, non importa se trasmesso 15 anni fa, anzi, è un modo per farsi una cultura televisiva. Devi rivedere film di cui conosci persino i titoli finali, tante volte te l’hanno fatto già vedere. Gags di cui conosci a memoria il percorso. Ma ci si adatta a tutto. C’è, certamente, di peggio.

Quello che però mi lascia perplesso è pensare alla stagione televisiva che si sta concludendo. Succede anche a voi, se provate a ricordare quello che più si è impresso nella mente, senza stare a pensare troppo, di provare un senso di tristezza, nel vedervi sfilare davanti agli occhi le immagini che più si sono fissate e che hanno occupato le prime pagine dei giornali, non per la loro bellezza ma per il clamore che hanno destato? Cosa rimane di “Domenica In”? Un incauto sondaggio alla prima puntata, un “litigio” da cortile con inviti a fare passi indietro, i dubbi su interviste “imbarazzanti” nella loro collocazione. Passa come l’acqua tra le dita tutto il buono: la delicata storia della maternità, il problema del fabbisogno umano di acqua per vivere e tanti altri argomenti.

E il "Festival di Sanremo"? L’evento quasi liturgico che accompagna l’Italia da generazioni, che si è frantumato contro il “Grande Fratello”, quest'anno ha conosciuto l’onore dei numeri solo grazie a quei cantanti che erano stati accantonati come residui bellici.

Per fortuna tante produzioni, in numero assai rilevante, sono state degne del successo raccolto, ma la domanda è questa: possibile che ancora debbano rimanere impresse solo le cose negative? O forse il mio è stato un incubo, dovuto ad un eccesso di pollo fritto cucinato dalla mia preziosa e paziente tata Emily? Mah. A tutti i frequentatori di TGOM, un abbraccio e l’augurio di un’estate serena, con l’invito ad un uso moderato di televisione. Ci rifaremo dall’autunno in poi.

CLAUDIO LIPPI

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