Povia secondo, terzo Sal Da Vinci
E' Marco Carta, con il brano "La forza mia", il vincitore della 59esima edizione del Festival di Sanremo. Ha battuto in finale Povia (secondo) e Sal Da Vinci (terzo). Carta è la voce più giovane nella sezione Big del festival di Sanremo. Il cantante cagliaritano è salito sul palco dell'Ariston con il brano scritto e prodotto da Paolo Carta. La partecipazione al Festival arriva dopo la vittoria nel 2008 del programma televisivo Amici su Canale 5.
Ad accompagnarlo nella serata dei duetti del venerdì sono stati i Tazenda. "La forza mia" è anche il titolo del primo album di inediti, uscito sabato.
Chi è il vincitore
Nato a Cagliari nel 1985, Marco affina il suo talento vocale attraverso le prime esibizioni come solista in live-pub e cerimonie private, conquistando alcuni premi e critiche lusinghiere. Dopo l'Istituto Professionale per Elettrotecnici, lavora come parrucchiere nel salone della zia: i guadagni vengono investiti in biglietti d'aereo per volare a Roma a fare provini.
Il 20 ottobre 2007 finalmente viene ammesso nel cast di Amici. Marco supera gli ostacoli dimostrando di avere oltre al talento artistico, anche forza e sensibilità sul piano umano. Alla fine è un trionfo. Il 16 aprile 2008 vince la finale con il 75% delle preferenze. Si aggiudica anche il premio internazionale What's Up come miglior artista dell'anno e viene invitato come ospite d'onore ai Wind Music Awards.
I finalisti
Il podio,completato da Povia e Sal Da Vinci (già ripescato con il televoto) finisce per riportare nella solita tradizione un'edizione riuscitissima, che nella serata di giovedì ha regalato momenti di musica mai ascoltati prima al Festival.
Per Povia, comunque vada a finire, è una soddisfazione personale, dopo le polemiche e le feroci stroncature della critica. Sal Da Vinci, che è il pupillo di Gigi D'Alessio, dimostra quanto sia importante la capacità di mobilitare i fan club per il televoto.
De Filippi e Cassel
L'evento della finale è stato ovviamente l'arrivo di Maria De Filippi, molto emozionata all'inizio, che si è autoassegnata con piacere al ruolo di divertita valletta, in eleganti abiti d'alta moda, sempre più sicura di sé. Ha preteso la sigla d'entrata (Barry White) e la cartelletta d'ordinanaza. Evidente l'intesa con Bonolis.
Divertente l'intervista con Vincent Cassell che ha parlato in italiano e si è "immolato", in nome della pace tra Italia e Francia, facendosi dare una "zidanata" in petto da Bonolis.
Lampo di luce nel mare di canzonette con Annie Lennox sola al pianoforte a cantare Why. David Gandy, il super model dei faraglioni di Capri, ha fatto la sua parte, Luca Laurenti ha confermato di essere molto di più di una semplice spalla e come al solito un bravo cantante.
Il futuro
Questo festival era cominciato nel segno della frase di Del Noce: "O va bene o si ridimensiona" ed è finito in un grande successo, al di là di ogni aspettativa. Per Paolo Bonolis una grande affermazione professionale, tale da rendere davvero difficile scegliere chi potrà succedergli nella conduzione. Anche se non è detto che, visto che l'anno prossimo sarà la 60esima edizione, Bonolis non sia tentato di ripetere l'esperienza l'anno prossimo.
Quest'anno, con la qualità del girone proposte, soprattutto con la serata di giovedì con il mix live di giovani e grandi come Zucchero, Pino Daniele, Gino Paoli, Riccardo Cocciante, Massimo Ranieri, Lucio Dalla, finalmente in scena per più del tempo di una canzone, ha dimostrato cosa potrebbe essere Sanremo, soprattutto se a condurlo c'è un grande mediatore tra cose diverse, come pretende lo spettacolo televisivo, come Bonolis.
La gara a eliminazione tiene lontani i big e inesorabilmente anche quest'anno ha eliminato, al primo colpo, le canzoni che erano i fiori all'occhiello del cast, le giurie demoscopiche e il televoto non proteggono gli artisti. Non è un caso che da anni la qualità del girone giovani è superiore a quella dei big.