"Non sono negazionista - commenta a "Quarta Repubblica" - adesso c'è un'emergenza in più oltre a cancro e ictus"
"È chiaro che chiunque cerchi di salvaguardarsi per vivere al meglio, ma sorrido un po' quando vedo una persona con la mascherina che magari ha un'alimentazione disastrosa, fuma, ha 2000 di colesterolo, ma non si è mai premurato". Enrico Ruggeri va controcorrente e dal salotto di "Quarta Repubblica", dove ha presentato il suo nuovo libro "Un gioco da ragazzi", prende posizione contro la narrazione del Covid-19.
"Viviamo in una società che non accetta la morte, perciò il principio inviolabile è pensare alla salute - spiega a Nicola Porro - Ma nella storia, tutti coloro che hanno fatto qualcosa di grande non lo hanno fatto riflettendo sulla salute. Muoiono 500 persone al giorno di cancro, di malattie cardiovascolari".
Poi chiarisce: "Io non sono negazionista nè matto, mi rendo conto che tra le tante emergenze come l'ictus o l'infarto, adesso ce n'è una in più". "Non possiamo rinunciare a vivere per la paura di morire - aggiunge facendo riferimento al principio della rana bollita di Noam Chomsky - Il pericolo è abituarsi al peggio, piano piano ci stiamo privando di tante cose".