La confessione shock dell’artista in una trasmissione tv: "Non ammetto che la scelta di un altro blocchi il mio destino"
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Dopo 56 anni il suicidio di Luigi Tenco continua a far discutere. Ospite di una trasmissione tv, Don Backy ha parlato di quelle ore a Sanremo del 1967, dove era in gara con la canzone "L'immensità". Bene, l'artista senza troppi giri di parole ha confessato che era tra quelli che non avrebbe mai fermato il Festival nonostante la tragedia: "Non ammetto che la scelta di un altro blocchi il mio destino".
Alle ore 2:10 del 27 gennaio 1967 il cantautore Luigi Tenco venne trovato morto nella sua stanza d'albergo, la 219 della dependance dell'Hotel Savoy di Sanremo. A soli 29 anni il cantautore si tolse la vita dopo l'eliminazione della sua canzone "Ciao amore ciao" cantata anche da Dalida dal Festival Sanremo. In un biglietto il cantautore giustificò l'estremo gesto come la risposta alla profonda "delusione verso il suo Paese", che non era riuscito a capire lui e la sua musica. Tutti i cantanti tornarono sul palco a cantare e Claudio Villa e Iva Zanicchi con il brano "Non pensare a me" vinsero la diciasettesima edizione.
"Io ero fra quelli che avrebbero voluto continuarlo - ha detto don Backy ospite della trasmissione 'Oggi è un altro giorno' di Serene Bortone - ho anche la mia motivazione per cui avrei voluto questo. Se lui fosse venuto da me quella sera e mi avesse detto 'ho questa intenzione', io l’avrei legato al letto, assolutamente dissuaso… Ma se lui prende una decisione, che è una sua decisione autonoma, senza consultarmi, senza venirmi a dire 'ho intenzione di fare questo', io che ho legato a quella canzone il mio futuro non ammetto che qualcuno intervenga per bloccare quella che è la mia decisione di continuare a vivere e andare avanti, con la sua decisione invece di farla finita lì. No, tu puoi farlo quando ti pare ma non cercando di impedire a me di continuare il mio destino".
La risposta della Bortone non si è fatta attendere: "Posso dirti che è un ragionamento un po' spietato?... Siamo un Paese libero, io non condivido questo ragionamento, lo trovo un po' forte". Ma Don Backy non ha arretrato: "È un ragionamento semplicemente logico, non è spietato. Ripeto: il mio destino è legato a questa canzone, si è dimostrato nel tempo. Avrei dovuto rinunciare a una chance".