Addio a Sergio Zavoli, maestro del giornalismo televisivo
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Presidente della Rai dal 1980 al 1986, condusse lo storico "Processo alla tappa" al Giro d'Italia e fu creatore di programmi che hanno lasciato il segno come "La notte della Repubblica". Sarà sepolto vicino a Federico Fellini
E' morto martedì sera a Roma Sergio Zavoli, maestro del giornalismo televisivo: aveva 96 anni. Fu creatore di programmi storici come "La notte della Repubblica", è stato radiocronista, condirettore del telegiornale, direttore del Gr, presidente della Rai dal 1980 al 1986, autore di inchieste che hanno segnato la storia d'Italia. Sarà sepolto a Rimini, vicino all'amico Federico Fellini.
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Di lui resteranno la compostezza, il rigore e la professionalità. Che usava allo stesso modo nell'intervistare Felice Gimondi nel "Processo alla tappa" lungo le strade del Giro d'Italia o il capo delle Br Mario Moretti ne "La notte della Repubblica", straordinario programma a puntate che sul finire degli anni 80 raccontò tutti i momenti bui del dopoguerra italiano, da Piazza Fontana al rapimento Moro.
Nato a Ravenna nel 1923, Zavoli era entrato alla Rai nel 1947 come giornalista radiofonico. Il passaggio alla tv nel 1968. In quell'anno ideò trasmissioni di grande successo come "TV7", "AZ", "Controcampo". L'anno successivo diventò condirettore del Telegiornale e poi ancora direttore del Gr1 (1976). Tra il 1980 e il 1986 Zavoli fu presidente della tv di Stato.
Fitta anche la sua attività saggistica: tra le sue opere "Viaggio intorno all'uomo" (1969), "Nascita di una dittatura" (1973), "La notte della Repubblica" (1992), legati a sue trasmissioni televisive di successo. Ha pubblicato anche "Dieci anni della nostra vita: 1935-1945" (1960); "Altri vent'anni della nostra vita: 1945-65" (1965), "Romanza" (1987); "Dossier cancro" (1999); "Diario di un cronista" (2002).. Nel 2011 ha pubblicato il libro autobiografico "Il ragazzo che io fui"; la sua sterminata produzione ha coinvolto anche la poesia.
Credente ma vicino al Psi, uno dei più famosi tra i suoi numerosi libri è stato "Socialista di Dio", definizione in cui si riconosceva. Grande amico di Federico Fellini (il sindaco di Rimini ha rivelato che Zavoli ha espresso la volontà di essere seppellito vicino al regista), Enzo Biagi, Tonino Guerra e Biagio Agnes e Indro Montanelli, che lo considerava "il principe del giornalismo televisivo". Zavoli fu anche direttore del quotidiano 'Il Mattino' nei primi anni 90, presidente della Scuola di giornalismo di Salerno e non si contano le onorificenze che ha ricevuto, da commendatore a grande ufficiale e cavaliere di gran croce della Repubblica. È stato anche l'unico giornalista al mondo ad aver vinto per due volte il Prix Italia.
Nel 2001 era entrato in politica venendo eletto come senatore per tre legislature. Prima coi Ds e l'Ulivo, poi dal 2008 al 2013, tra le fila del Pd, quando ha ricoperto anche la carica di presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai. Da anni viveva nella sua villa a Monte Porzio Catone, paese dei Castelli Romani. Nel 2017 i fiori d'arancio: a 93 anni: si è risposato dopo essere rimasto vedovo, con la giornalista Alessandra Chello, di 42 anni più giovane.
Giovedì ci sarà la camera ardente, probabilmente in Senato, poi sarà tumulato a Rimini.
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