A "Le Iene"

Fabrizio Moro, il monologo sulla paura: "Vivere è il più grande atto di coraggio"

A "Le Iene" l'intervento del cantautore romano

26 Mar 2025 - 11:00
 © Da video

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Nella puntata de "Le Iene" di martedì 25 marzo il cantautore romano Fabrizio Moro, vincitore del Festival di Sanremo 2018 in coppia con Ermal Meta, per un attimo mette da parte la chitarra e si lascia andare con un intenso monologo sulla paura.

Il monologo

 "Ho fatto i conti tutta la vita con la paura. Spesso mi ha impedito di migliorare, di essere quello che volevo. Altre volte, invece, mi ha salvato", esordisce Fabrizio Moro nello studio del programma di Italia 1. E prosegue: "Un giorno, per esempio, avevo il piede schiacciato sull'acceleratore della macchina e proprio mentre spingevo l'adrenalina a mille a un certo punto è spuntata e mi ha detto: "Rallenta, che fra un po' diventa tutto rosso". È arrivata pure lì, in mezzo alla nebbia dell'alcol, perché spesso è difficile bloccarla la paura. È forte, parla, anzi: è logorroica".

"A volte sul palco sono convinto di avere tutto sotto controllo e poi, a un certo punto, torna quella c***o di voce: "Ora sbagli tutto, non ti ricordi più niente, ora ti senti male, non ce la fai, non sei all'altezza. Tutta la vita con questa voce dentro la testa", spiega il cantautore romano. E aggiunge: "E, se non impari a risponderle a tono, ti paralizza. Una volta stavo a letto con una donna, era tutto magico finché la paura non si riaffaccia e mi fa: "Ora non ci riesci, fai una figura che questa lo va a raccontare a tutti". Non ce l'ho fatta, e che cosa ti inventi in quel caso? Certo, ci stanno le pasticche, ma ho paura anche di quelle. Se mi dovessero far male?". "Io ho paura di fallire, ho paura dell'Alzheimer, ho paura che i miei figli soffrano, ho paura di non piacere. Ho paura di stare da solo, ma anche di stare in mezzo agli altri, di non essere accettato, ma soprattutto ho paura di chiedere aiuto, di apparire debole. Eppure sto sempre qui e cerco ogni giorno di risponderle, tanto che alla fine le voglio pure bene e me la tengo stretta la paura, perché è soprattutto grazie a lei che ho capito che vivere è il più grande atto di coraggio".

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