Dopo le polemiche per il simbolo nazista al party di compleanno, l'influencer ha rivelato che la sua macchina è stata incendiata dai vandali in Sardegna
Quelli precedenti a Ferragosto sono stati giorni di fuoco, è proprio il caso di dirlo, per Serena Enardu. La sua auto è stata incendiata a Quartu, in Sardegna, come lei stessa ha rivelato sui social chiedendo a chiunque avesse assistito di farsi avanti. Nei giorni precedenti era finita nella bufera insieme alla sorella Elga a causa di una serie di foto che le ritrevano a un party di compleanno con una bandierina con svastca che sventolava sulla torta.
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"E' successo il 12 agosto. Avrei preferito non divulgare l’informazione per non allarmare i parenti, ma vuoi o non vuoi sono uscite e voglio dire le cose per come sono successe" ha detto. "Non mi piace fare la vittima anche se qualcuno prova a farmi fare la vittima. Vorrei solo chiedere se le persone che abitano in quella zona lì se dalle 14.30 ha visto qualcosa di sospetto mentre quella merda ha compiuto l’atto vandalico. Potete testimoniare in forma anonima, anche per tutelare i cittadini di porto Sant’Elena da atti futuri", ha poi proseguito.
"Non ho supposto niente e non ho ipotizzato che sia un atto mirato nei miei confronti bensì solo un atto vandalico e vile che va punito. Voglio ringraziare il signore che è intervenuto con l’estintore tempestivamente e ha evitato una tragedia pazzesca perché se la mia macchina avesse preso fuoco del tutto si sarebbe portata dietro nelle fiamme anche tutte le altre auto parcheggiate" ha concluso nel suo post social.
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Negli stessi giorni le gemelle Enardu si sono dovute difendere anche dagli attacchi social a seguito di alcune immagini che hanno condiviso. Alla festa di compleanno della loro personal trainer Valeria hanno posato sorridenti e spensierate accanto a una torta "decorata" con il simbolo nazista. I commenti indignati si sono abbattuti sulla loro testa, e a poco sono valsi la cancellazione del post e i tentativi di Elga e Serena di discolparsi: " Noi ci dissociamo completamente da quel simbolo e dall’ideologia nazista. Se in qualche modo abbiamo toccato la sensibilità di qualcuno chiediamo scusa. Siamo state superficiali anche noi a non renderci conto che si trattava di un contenuto che non andava pubblicato" hanno detto, senza però suscitare la clemenza sperata.
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