Fotogallery - Amadeus e Fiorello lasciano Ariston in carrozza
© IPA
© IPA
La quinta (e ultima?) edizione targata Amadeus ha ottenuto un grande successo ma non tutto è girato alla perfezione. Ecco cosa ricordare e cosa ritoccare
Anche il Festival di Sanremo 2024 passa agli annali. La 74esima edizione della kermesse canora, la quinta diretta e condotta da Amadeus ha avuto un grande successo ma non tutto è girato per il verso giusto. Ecco quali sono stati i punti di forza e le cose che andrebbero corrette.
SANREMO 2024 - SPECIALE
Le classifiche giorno per giorno - I top e i flop - Le polemiche - I momenti emozionanti
Le pagelle (di Massimo Longoni): Prima serata - Seconda serata - Terza serata - Quarta serata - La finale
Il festival dei look: I dettagli curiosi dei cantanti - Collant e pance scoperte sul palco - Colori sgargianti e fantasia in scena - Teresa Mannino - Lorella Cuccarini
© Tgcom24
I TOP
Alla fine è arrivata la quadratura del cerchio. Sin dalla prima edizione Amadeus ha scelto di eliminare la figura della co-conduttrice fissa (per non parlare della "valletta") ma è passato dall'averne troppe (nove nel 2019) alla presenza in più serate, come la Ferragni l'anno scorso. Quest'anno è andato tutto bene: Marco Mengoni, Giorgia, Teresa Mannino e Lorella Cuccarini (Fiorello fa storia a sé) hanno portato le loro diverse professionalità, regalando a ogni serata un sapore diverso, con scioltezza e bravura. E finalmente senza monologhi forzati.
Lo sappiamo, è la scoperta dell'acqua calda. Ormai lo dicono tutti. Ma davvero la serata del venerdì è diventata un appuntamento quasi a parte, una gara nella gara, dove si dimenticano gli inediti e per la gente a casa scatta un super karaoke. Andrebbe forse regolamentata un po', magari evitando le autocover o i medley, giusto per dare più coerenza al tutto, ma sono dettagli.
Alla vigilia la nuova soluzione trovata da Amadeus di far presentare i 15 Big in gara dagli altri 15 che riposavano aveva suscitato più di una perplessità. Alla prova dei fatti invece ha mostrato più di un lato positivo. A parte rinforzare il senso di grande festa dove, nonostante la gara tra i concorrenti non c'è animosità ma piuttosto complicità, l'espediente ha permesso anche di riascoltare per qualche secondo il brano del cantante-presentatore e di permettere a questi di sfoggiare un outfit in più.
© IPA
© IPA
I FLOP
Trenta canzoni sono davvero troppe. Vero è che in questo modo sono stati ridotti al minimo sindacale i momenti esterni alla gara, quando in alcune edizione del Festival erano tante le distrazioni che si faceva fatica a ricordare chi erano quelli in competizione. Però è evidente che un allargamento della quantità mette a forte rischio il livello della qualità, tanto più se da un punto di vista sonoro e di genere buona parte dei pezzi si assomiglia.
Pensavamo che gli anni delle ospitate di star straniere non musicali fossero alle spalle, e invece. La scelta di fare arrivare John Travolta e Russell Crowe è stata giustificata come un'occasione a costi quasi zero che valeva la pena sfruttare. Considerato il risultato dei siparietti e le polemiche che ne sono scaturite nel caso dell'ex Tony Manero, forse non è stato proprio così.
Nato come un simpatico gioco online che coinvolgeva i cantanti più disponibili e sparigliava le carte, è diventato un rito che sembra irrinunciabile con il risultato che si perde effetto sorpresa e divertimento.