Festival di Sanremo 2025: le esibizioni dei Big
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Eseguite tutte le 29 canzoni in gara, esibizioni nel complesso di buon livello con qualche sorpresa
di Massimo Longoni© IPA
Ecco le pagelle per la prima serata del Festival di Sanremo 2025 condotto da Carlo Conti, durante la quale sono state eseguite tutte le 29 canzoni in gara. Giorgia conferma la buona impressione della vigilia e resta tra i favoriti, emoziona Simone Cristicchi e cresce molto il brano di Noemi. Non convincono del tutto Achille Lauro, Olly e Bresh.
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Gaia - "Chiamo io chiami tu" Tocca a lei rompere il ghiaccio ed è sempre un compito ingrato, tanto più che inizialmente pare avere qualche problema con l'auricolare. Ma si riprende molto bene: il brano funziona, dal bridge accattivante al ritornello martellante. 6,5
Francesco Gabbani - "Viva la vita" Va sul classico, con un brano in cui cori e archi si sprecano, come le aperture melodiche. Lui dal canto suo conferma di essere un interprete di livello che alla canzone aggiunge sempre qualcosa, ma per il momento non sembra abbastanza. 5
Rkomi - "Il ritmo delle cose" Canzone a due facce. Se nelle strofe lente comandano vocali che è impossibile aprire più di così, il ritornello galoppante ha un suo appeal. 6,5
Noemi - "Se ti innamori muori" Ecco, quando si dice la differenza tra il primo ascolto e la resa live. La scrittura di Mahmood e Blanco emerge in tutta la sua classicità ma è Noemi, con una interpretazione maiuscola, dove il suo caratteristico graffio è persino accentuato, a farla brillare e a innervarla di emozione. Potrebbe essere l'outsider che non ti aspetti. 8
Irama - "Lentamente" Un brano che vive tutto sulla voce di Irama, gonfiata di effetti e sovrastante l'arrangiamento delicato che l'accompagna. Molta enfasi ma poca emozione. 5,5
Coma_Cose - "Cuoricini" Fausto Lama e California si erano distinti nelle passate partecipazioni per un romanticismo lieve. A questo giro, in versione Ricchi e Poveri 3.0, puntano sul tormentone e sul ritornello pronto per essere sfruttato sui social. 5,5
Simone Cristicchi - "Quando sarai piccola" Il cantautore romano porta un brano su un tema difficile come l'Alzheimer, con un testo carico di emotività ma scritto con mirabile delicatezza. L'emozione contribuisce a rendere l'esecuzione non perfetta, ma la canzone arriva al pubblico che applaude più volte a scena aperta e tributa una standing ovation. 7,5
Marcella Bella - "Pelle diamante" Per il suo ritorno al Festival dopo 18 anni, lei che era portabandiera della melodia, si presenta con un pezzo aggressivo e martellante e dal testo all'insegna del "woman power". 6
Achille Lauro - "Incoscienti giovani" In frac come un nobile di primo Novecento incarna la classicità di una canzone che si candida di diritto per resuscitare l'aggettivo "sanremese". Può crescere, ma al momento sembra ferma in un limbo. 5,5
Giorgia - "La cura per me" Soprattutto in anni recenti Giorgia ha dato l'impressione di avere canzoni non all'altezza della sua bravura. Questa canzone riallinea le cose. A voler cercare il pelo nell'uovo meglio la strofa di un ritornello che si avvicina pericolosamente a "La sera dei miracoli" di Dalla. 7,5
Willie Peyote - "Grazie ma no grazie" Con lui arriva una ventata di ironia intelligente. Se l'atmosfera "brasilera" non brilla per originalità, il testo è una piacevole fuga dai temi sentimentali che dominano questa edizione. 7-
Rose Villain - "Fuorilegge" Se l'anno scorso era quasi un oggetto misterioso, quest'anno non può nascondersi. La canzone è il consueto mix di melodia e sonorità urban, ricalcando un po' lo schema di "Click Boom!". La sensazione però è che manchi il ritornello da ko 6,5
Olly - "Balorda nostalgia" Ballata con apertura d'effetto sul ritornello che certifica il ritorno della canzone melodica, al punto che i bookmakers lo danno per favorito. Interpretazione appassionata, ma il brano paga una certa mancaza di originalità. 6+
Elodie - "Dimenticarsi alle 7" Si destreggia tra una strofa dove "Mineggia" e un ritornello più elettronico dove punta sulla sensualità. L'interpretazione aggiunge qualcosa al brano che però stenta ad elevarsi. 6
Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento - "La mia parola" Non bastassero le tre voci che accompagnano Shablo c'è anche un coro gospel sul palco. Il mix di rap e r&b che colora di black il palco dell'Ariston è di bell'effetto. 7-
Massimo Ranieri - "Tra le mani un cuore" In un Festival che vede il ritorno della melodia lui ha tutto il diritto di rivendicare un posto al sole e per questo si è affidato a Tiziano Ferro e Nek. Una canzone costruita per esaltare il ritornello che nei Festival anni 80 sarebbe stato un classico (c'è anche un assolo di sax). Retrò, ma con classe. 7
Tony Effe - "Damme 'na mano" A prescindere dai dubbi che questa metamorfosi solleva, la canzone mostra tutte le sue fragilità. E nonostante cori ed effetti, il ritornello cantato è appesantito da evidenti problemi di intonazione. 5
Serena Brancale - "Anema e core" Tanto ritmo, sottolineato dalle percussioni elettroniche che la Brancale suona personalmente sul palco, e una linea melodica più efficace di quanto si possa pensare, che si insinua nella testa 6,5
Brunori SAS - "L'albero delle noci" In quota "cantautorato di qualità" Brunori conferma la sua scrittura raffinata e intelligente. Un effetto deja-vu, soprattutto nel ritornello, aiuta l'impatto al primo ascolto ma la canzone non spicca come ci si sarebbe aspettati. Può crescere. 6,5
Modà - "Non ti dimentico" Kekko Silvestre tira fuori dal suo canzoniere una melodia cristallinamente Modà. Qualche anno fa avrebbe fatto breccia nel pubblico sanremese, oggi parla soprattutto ai suoi fan. 5,5
Clara - "Febbre" Archi a profusione, una linea vocale sull'ottovolante, arrangiamento con strizzate d'occhio al mondo urban. Clara c'è, la canzone molto meno. 5
Lucio Corsi - "Volevo essere un duro" Si può coniugare originalità, qualità di scrittura e immediatezza da Festival? Sì. Con un po' di glam e un po' di Alberto Fortis, Lucio Corsi passa l'esame mantenendo la sua personalità. 7,5
Fedez - "Battito" È attanagliato dall'emozione e si avverte nei problemi di fiato e nel respiro liberatorio quando esce dal palco, ma il pezzo funziona: urban senza ruffianerie, cupo, arrabbiato e, forse, anche sincero. 7
Bresh - "La tana del granchio" Un'altra ballata che rischia di confondersi con altre presenti, per quanto qui domini nella strofa la chitarra acustica a dare un timbro diverso. Gioca in difesa, senza sbavature, ma pur sempre in difesa. 6
Sarah Toscano - "Amarcord" La più giovane, vincitrice della scorsa edizione di "Amici", punta tutto sul ritmo e la ballabilità. Tutta esperienza e probabilmente avrà più soddisfazioni dagli streaming che dalla classifica. 6-
Joan Thiele - "Eco" Melodia molto 60's, suadente ed elegante. Rispetto alla versione studio l'orchestra prende il sopravvento, e non è necessariamente un bene. 7-
Rocco Hunt - "Mille vote ancora" La nostalgia e denuncia sociale che permeano il testo sono la parte migliore di questo brano tra rap e neomelodico. Lui però sa come tenere il palco e portare dalla sua il pubblico 6
Francesca Michielin - "Fango in paradiso" Interpretazione appassionata per questa canzone che parla di un amore finito. Canzone che ha possibilità di crescere con gli ascolti ma che per il momento non decolla. 6
The Kolors - "Tu con chi fai l'amore" Il trio capitanato da Stash non abbandona la strada che gli ha dato i maggiori successi: archi e chitarra disco, un bel basso rotolante, e una melodie che trasuda Anni 80. Ma la formula inizia a mostrare la corda. 6+