La conduttrice di "Striscia la Notizia" ha raccontato dei suoi disturbi alimentari nell'autobiografia "Stay Manza" e di come sia riuscita ad uscirne "grazie" alla scoperta di un tumore
Francesca Manzini ha conquistato il pubblico televisivo con la sua simpatia travolgente, ma il passato della conduttrice di "Striscia la Notizia" non è stato affatto semplice. Nella sua autobiografia "Stay Manza" la comica racconta infatti di aver sofferto di disturbi alimentari importanti. "Persi 25 chili in otto mesi. Sono arrivata a pesare 92 chili per poi scendere a 47, ho rischiato di morire", ha rivelato al settimanale "Gente".
I problemi per la 33enne sono iniziati durante l'adolescenza, durante la separazione dei genitori. "Dietro ai disturbi alimentari c’è sempre un trauma psichico, la sensazione di non essere amati", spiega la Manzini. "Mio padre, che è un dirigente della Lazio, era sempre via o comunque distratto dal lavoro e mia madre era troppo assorbita dai suoi problemi coniugali per occuparsi di me. E io, all’inizio mangiavo, cosa che mi è sempre piaciuta, senza accorgermi che il cibo diventava un modo per riempire un vuoto. A 15 anni pesavo 72 chili, ma nel tempo sono arrivata anche a 92”.
Ad aggravare la situazione c'erano i giudizi dei coetanei, che la bullizzavano per i chili in più:"A scuola mi dicevano di tutto, ma io ero come anestetizzata, non reagivo. Credo di aver iniziato a imitare la voce degli altri perché la mia non la sentivo. Era il mio corpo a parlare, prima ingrassando e poi dimagrendo. Diceva: Guardami, mi sto lasciando morire". A quel punto i genitori la portarono da un nutrizionista, che purtroppo peggiorò ulteriormente le cose: "Senza nemmeno farmi fare un esame del sangue, quel medico mi disse: 'Sei a rischio diabete'. Una frase che ebbe un impatto devastante su di me: con la dieta iniziai a mangiare sempre meno e a sentire sempre meno la fame. Ero terrorizzata dal diabete e, senza accorgermi, scivolai nell’anoressia. Persi 25 chili in otto mesi, arrivando a pesare 47 chili e io sono alta 1 metro e 70. Avevo sempre freddo, ero stanca, soffrivo di emicrania e mi girava la testa. Mi dava fastidio la luce e dormivo con gli occhiali da sole".
A quel punto Francesca era sull'orlo del precipizio, da cui si salvò da sola grazie al carattere forte: "Ho un forte istinto di sopravvivenza e un innato umorismo che mi porta anche a essere leggera. Non sono tutti come me. Io mi sono fermata poco prima del punto di non ritorno, ma ricordo le flebo quando non riuscivo ad alzarmi dal letto. Successe che, oscillando tra la bilancia e il barattolo di Nutella, ha vinto la Nutella". La sua odissea non è però finita qui e nel periodo successivo ha dovuto fare i conti con la bulimia: "La mia vita è sempre stata segnata dagli eccessi: o niente o tutto.Quando mi abbuffavo poi mi inducevo il vomito. Lo stress era alle stelle e ovviamente io mi buttavo sul cibo. E' qui che ho cominciato a soffrire di binge eating, un termine che allora neppure conoscevo. In pratica, è abbuffarsi per compensare un vuoto affettivo".
La svolta per la Manzini arriva poco prima della pandemia: "Mi diagnosticarono un tumore, che io affettuosamente ho chiamato 'Rino Tumo', per fortuna piccolo e circoscritto. Ma mi ha risvegliato la voglia di vivere. Ho trovato il medico giusto, l’endocrinologo Paolo Montera, e ho iniziato una psicoterapia cognitivo-comportamentale con la dottoressa Daniela Minea. Ho capito che non si guarisce mai dai disturbi alimentari, che le ricadute sono frequenti, ma ora posso controllarle. Se sono in ansia non mi butto sull’amatriciana, al massimo mangio un cioccolatino e cerco di fare sport. Ogni giorno è una conquista".