Il cantautore al Festival di Sanremo con un brano dedicato al genitore
Gianluca Grignani canta un brano dedicato al padre e si racconta: "Ho sbagliato, ma oggi mi manca e non so se perdonarlo".
In un'intervista al Corriere della Sera, il cantautore, tra i protagonisti del prossimo Festival di Sanremo con "Quando ti manca il fiato", confessa di sentirsi profondamente "toccato come figlio... ma anche come padre" dalla canzone con cui si esibirà sul palcoscenico dell'Ariston.
Si tratta di una ballad rock intrisa di commozione e rabbia, che rievoca una telefonata che suo padre gli fece, circa dieci anni fa chiedendogli: "Verrai o no al mio funerale?".
Una domanda che ha aperto in Grignani un baratro fatto di rancori e dolore, accuse e desiderio di perdono. Ne è scaturito questo brano, scritto molto tempo fa, ma che solo adesso ha trovato il coraggio di cantare.
Grignani, che ha da poco compiuto 50 anni, racconta della separazione dei suoi genitori, quando lui aveva 18 anni: "Era stata una separazione non gestita, ma non fra padre e madre quanto fra padre e figlio. Lui se ne è andato in maniera poco consona: ha messo in mezzo me. Mi sono sentito solo. Non aveva fatto le scelte che sto facendo io ad esempio".
Poi confessa i timori che questi ricordi riaccendono in lui: "Ho paura di essere simile a una persona che ha fatto errori e che non so se dovrei accusare o scusare. Allo stesso tempo mi manca la sua immagine. Quando mi incontro con l'altro suo figlio sento di avere delle radici . La differenza è che io so dire ti voglio bene e so abbracciare, i miei genitori non lo facevano".
Tornando al brano di Sanremo il cantautore aggiunge: "Mio padre vive in Ungheria e non ci vediamo da 15 anni. Non ha ancora sentito la canzone e non vorrei che gli scoppiasse il cuore...".
In quanto alla sua carriera Grignani non ha dubbi: "Prima di iniziare ero convinto che se il pubblico non mi avesse capito avrei mollato. Arrivai al Festival dopo la pubblicazione di "La mia storia fra le dita", che era stata capita ma non come volevo io: ebbe inizio quell'odissea che tutti dobbiamo attraversare per essere "l'Ulisse della nostra stessa vita".
Lui la vita, finora l'ha attraversata "bucandola" e spingendosi spesso oltre ai limiti: "Non sono mai stato un santo e non lo sarò mai".
E nemmeno una rockstar, come aveva sottolineato lui stesso in un'intervista a Tgcom24 qualche anno fa: "Non sono una rockstar. Le rockstar non esistono. L'ho capito la prima volta a Sanremo. Ecco perché a volte ho un atteggiamento scostante in tv. Non sono uno showman, però la gente quando mi conosce mi vuole bene. E anche la voce che sono completamente ingestibile... beh mi ha fatto soffrire. Credo di essere un buon professionista. Solo che sul palco sono umorale. Non mi piacciono i concerti precisi, voglio che la gente capisca come mi sento io in quel momento".