Paolo Bonolis sul blu carpet di "Giffoni"
© IPA
© IPA
Il conduttore è tornato al Festival dopo 10 anni e ha raccontato ai ragazzi come è arrivato alla tv
© IPA
Dopo ben 10 anni, torna sul carpet di "Giffoni Film Festival" Paolo Bonolis, assoluto protagonista dell’incontro di Impact. Con 45 anni di carriera alle spalle, ha raccontato di essere finito in tv quasi per sbaglio: "Accompagnavo un mio amico a un provino, sono arrivato a fare il mio lavoro per fortuna". E sul tema dell'edizione riflette: "Distanza è non accettare la diversità che c'è nel mondo"
© IPA
© IPA
Festiva lPaolo Bonolis è stato ospite al "Giffoni Film Festival" per l’incontro di Impact. Ai ragazzi presenti ha riassunto la sua vita e ha raccontato di essere approdato per caso sul piccolo schermo. "Da bambino volevo fare l’esploratore. Accompagnavo un mio amico a un provino, mi hanno preso senza saper fare niente. Io sono arrivato a fare il mio lavoro per fortuna. La fortuna è una circostanza della vita che ti fa scoprire le eccellenze che non sai di possedere".
La sua prima esperienza in tv arriva a 15 anni, con “Il poeta e il contadino” con Cochi e Renato. A cambiargli la vita sono stati personaggi come Raimondo Vianello e Corrado, ma non solo. La letteratura, il cinema (Sandokan e Tornatore su tutti) hanno avuto un impatto forte sulla sua esistenza. L’incontro in Sala Blu con i Giffoners ha restituito una lettura generosa e sincera dell’esistenza di un artista a tutto tondo, che ora è anche scrittore. “Ho avuto il privilegio di poter fare spettacolo raccontando nelle mie trasmissioni con un tocco di leggerezza, anche se tratto temi importanti”.
Un tema a lui caro è quello della diversità che incuriosisce e a volte può spaventare le nuove generazioni: "Mi piace la diversità che c’è nel mondo, la diversità è bella, chi si oppone alla diversità è un gran co*****. Mantenere una distanza non vuol dire allontanarsi dagli altri, vuol dire rispettare gli spazi, come per la mia e la vostra generazione, ci sono comunque dei ganci che ci tengono uniti".
"Distanza è non accettare la diversità. Distanza è stare dietro a uno smartphone", prosegue. "Non vi fate risucchiare da questo mostro bidimensionale, un polmone artificiale che vi succhia l’anima, uscite a respirare l’aria che profuma di verità”. Un appello ai giovani arriva dritto nel segno: “Diffidate dalle illusioni, coltivate i vostri sogni e guardate il cinema, è in grado di fare cose bellissime".