TUTTE LE STAGIONI IN DVD

Giorgia Trasselli, per sempre "Tata": "'Casa Vianello' può conquistare anche i giovani di oggi"

L'attrice ha interpretato il personaggio amatissimo dalla prima all'ultima stagione della sit-com . Tgcom24 l'ha intervistata

di Massimo Longoni
15 Apr 2020 - 18:52
 © Da video

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Torna "Casa Vianello", con le repliche su Mediaset Extra e con la serie completa di tutte le stagioni in dvd in edicola. Elemento fondamentale tra le dinamiche di coppia di Sandra e Raimondo era la presenza della "Tata", interpretata da Giorgia Trasselli. "Quella serie è l'emblema di una tv allegra, piena di entusiamo, che ora manca - dice a Tgcom24 -. Ma adesso i giovani possono riscoprirla".

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Sedici stagioni della serie regolare, più gli "spin-off" "Cascina Vianello" e "I misteri di Cascina Vianello". Con il suo personaggio della Tata Giorgia Trasselli è stata a tutti gli effetti una protagonista di quella che è la sit-com di maggior successo della televisione italiana. La raggiungiamo mentre si trova a Trento, a passare l'isolamento per l'emergenza sanitaria da coronavirus dal figlio ("Ero in tournée con "Miseria e nobiltà", hanno sospeso tutto. Adesso faccio la nonna").

Prima di "casa Vianello" aveva mai avuto modo di lavorare con Sandra e Raimondo?

No, per me fu la prima volta. Anche perché avevo fatto pochissima televisione. Arrivò questa chiamata dal mio agente, feci queste audizioni ed ebbi questa fortuna di lavorare con loro.

Avrebbe mai pensato di legarsi tanto a quel personaggio?

Assolutamente no. Anzi, mi ricordo che dopo aver fatto l’audizione mi fecero un contratto per sei puntate. Ero incerta se andassi bene o male nel ruolo, anche perché la televisione non era il mio pane. Poi il mio agente mi chiamò e mi disse che avevano aumentato il contratto a 15 puntate. E allora ho capito che andavo bene.

E siete andati avanti per quasi vent'anni...

Dopo due stagioni registrate a Roma, ci fu una piccola interruzione, quando Sandra e Raimondo fecero "Il gioco dei 9". E poi la gioia immensa arrivò quando mi chiamarono per la ripresa della serie, questa volta a Milano. Da quel momento siamo andati avanti per altre sei , quando Sandra e Raimondo fecero il gioco dei 9 ci fu una piccola interruzione e poi nel 1991 ci fu la partenza a Milano con quegli studi bellissimi.

Com'era Vianello sul set?

Era interessante. Era molto serio, mai serioso, ma nei momenti in cui c’era una pausa o altro la battuta ci scappava sempre. Era consapevole di essere un artista brillante. Si faceva un po’ di commedia dell’arte. Pantalone, Brontolone, Rosaura e Colombina. Lui voleva questa forma di teatrino in televisione. E poi aveva un grande rispetto per il lavoro di tutti, dai tecnici ai colleghi, una grande eleganza nel porsi.

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In tutti questi anni c'è un momento che si porterà dentro per sempre?

Ci sono tante cose belle. Ma negli ultimi anni, quando Sandra dovette affrontare il suo tumore ai polmoni, fu un momento speciale, molto delicato, in cui siamo stati tutti vicini a lei, anche se di fatto io ho saputo in seconda battuta dai giornali. perché loro erano molto riservati. 

E un aneddoto sul set?

Durante un episodio io dovevo essere la Tata che doveva avere un corteggiatore. C’era questo muratore che aveva fatto lavori in casa. La situation comedy prevedeva che mi vestissi elegante per pranzare in casa loro. Ricordo un momento in cui Sandra era curiosa di vedere come andava a finire. Lei e Raimondo stavano dietro una porta a spiarmi, ma la porta ha ceduto e sono crollati uno sopra l’altro. E lui ha commentato a modo suo: “Guarda questa che me fa fà. abbiamo 150 anni in due”. 

Ma c'era spazio per l'improvvisazione o era tutto secondo copione?
I copioni venivano rispettati molti. Si facevano delle prove, loro due, poi noi tre. Ma diciamo che non c’era un grande spazio all’improvvisazione. Vianello scriveva i testi con Giambattista Avellino, Alberto Consarino e Sandro Continenza. Poi durante la settimana li rimaneggiavano. E sul set venivano fatti piccoli tagli e piccole aggiunte ma solo durante la prova. 

Cosa le manca di più di quel periodo?

E' inevitabile dire che mi manca soprattutto "quel periodo". Per tutta una serie di motivi. Non solo perché si era più giovani e loro fossero ancora tra noi. Il punto è che si faceva una televisione allegra, c’era tanto entusiasmo. Non dimenticherò mai i corridoi di Canale 5 al lunedì, dopo la pausa del weekend. Io arrivavo da Roma e c’era davvero una frenesia palpabile. La voglia di tuffarci un’altra volta in un’altra storia.

Con Sandra e Raimondo vi frequentavate anche fuori dal set o il vostro rapporto era limitato all'attività professionale?

Ci sono state delle occasioni, a volte si tornava a casa insieme, mi accompagnavano e allora magari si parlava. Si chiacchierava del più del meno. Con Sandra si parlava di più, Raimondo era più riservato. Mi è capitato di andare a casa loro ma sempre in occasione delle conferenze stampa o di qualche evento. Per mio temperamento sono esuberante e mi piace stare con gli altri ma era già tanto quello che condividevamo sul set, non ho mai desiderato intrufolarmi, c’è sempre stato un grande rispetto per tutti e tre. A me interessava molto guadagnarmi la loro stima professionale e poi come persona. Probabilmente per questo siamo riusciti per tanti anni ad andare avanti. Quando Raimondo o Sandra mi facevano un apprezzamento ero felice.

Adesso tutte le stagioni di "Casa Vianello" arrivano in dvd. Può essere l'occasione per i vecchi fan di rivederla e per le nuove generazioni di scoprirla...

I linguaggi cambiano, cambia il costume, le abitudini. L’avvento dei social e di internet ha mutato il linguaggio dei giovani ma vorrei osare: le storie raccontate da Sandra e Raimondo potrebbero trovare ancora oggi una gran bella platea di giovani. 

La loro è una comicità senza tempo?

Voglio essere positiva perché questo vorrebbe dire che non solo il loro porsi perdura nel tempo, di questo sono sicura, loro sono i grandi della tv. Ma l’augurio è che ci sia ancora tanta intelligenza e freschezza negli occhi di chi guarda e nelle orecchie di chi ascolta. Il mio auspicio è che i giovani di oggi siano molto più ironici di quanto s possa immaginare.

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