il telecronista degli Azzurri

Morto Bruno Pizzul, la storica voce del giornalismo sportivo italiano

Nato a Udine l’8 marzo del 1938, dalla Coppa del Mondo del 1986 è diventato la voce delle partite della Nazionale ed è stato il telecronista delle gare degli Azzurri in occasione di cinque Campionati del Mondo e quattro Campionati Europei

05 Mar 2025 - 14:58
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Bruno Pizzul, storica voce del giornalismo sportivo italiano, è morto all'ospedale di Gorizia. Avrebbe compiuto 87 anni tra pochi giorni. Nato a Cormons (Udine) l’8 marzo del 1938, dalla Coppa del Mondo del 1986 è diventato la voce delle partite della Nazionale ed è stato il telecronista delle gare degli Azzurri in occasione di cinque Campionati del Mondo e quattro Campionati Europei, congedandosi nell’agosto 2002 (Italia-Slovenia 0-1). Aveva il rimpianto di non aver mai potuto raccontare un trionfo della Nazionale, ma l’unica cosa che avrebbe cancellato dalla sua carriera è la tragica notte dell’Heysel, commentata magistralmente anche se non avrebbe mai voluto farlo.

Con alle spalle una solida formazione (liceo classico e poi laurea in giurisprudenza) Bruno Pizzul fu assunto in Rai nel 1969 dopo aver partecipato al concorso nazionale per radio-telecronisti aperto ai giovani laureati del Friuli-Venezia-Giulia. A partire dallo spareggio di Coppa Italia del 1970, Juventus-Bologna, in quasi quarant'anni di carriera, ha commentato decine e decine di partite del campionato di Serie A (quando ancora veniva mandata in onda alla domenica pomeriggio una sintesi di una gara) e delle coppe Internazionali dagli anni 70 a inizio Duemila. La prima vittoria di una squadra italiana annunciata in diretta ai telespettatori in una finale di coppa europea fu quella del Milan in Coppa delle Coppe ai danni del Leeds Utd, a Salonicco il 16 maggio 1973.

Ma la sua voce è stata legata soprattutto alla Nazionale azzurra, a partire dai Mondiali da Messico 1970. Da Messico 1986, andato in pensione Nando Martellini, è diventato la voce ufficiale degli Azzuri, dei quali ha raccontato le partite fino ai Mondiali di Corea 2002. 

Alle telecronache ha affiancato anche la conduzione di "Domenica Sprint" e poi della "Domenica Sportiva". Prima di essere assunto in Rai con un concorso, aveva provato la carriera di calciatore, non era molto forte ma l'altezza lo rendeva un elemento importante in campo. Cominciò con la Cormonese, poi nella Pro Gorizia. Diventato professionista, era centromediano e fu ingaggiato dal Catania nel 1958; dalla Sicilia alla Campania, all'Ischia, e poi nella "sua" Udinese e nel Sassari Torres. 

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