La conduttrice e influencer racconta a Tgcom24 il nuovo progetto
di Santo Pirrotta© Ufficio stampa
Giulia Salemi un podcast lo aveva in testa da anni, ma forse perché "troppo inflazionato" o forse perché non c'era ancora l'idea giusta, aveva accantonato il progetto. Adesso, invece, per la conduttrice tv e influencer, tra le più amate e seguite, è arrivato il momento di scendere in campo. "Non lo faccio per moda" è già tra i podcast più ascoltati. Ha iniziato con Alfonso Signorini e si prosegue con L’estetista Cinica, Clara, Giulia De Lellis, Beatrice Luzzi e tanti altri. "Si parla di disagio generazionale, bullismo, ansia... tutti si sono messi a nudo e hanno raccontato liberamente, senza freni, la propria vita e i disagi che li hanno accompagnati durante la loro carriera", confessa a Tgcom24.
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Giulia, come nasce il titolo "Non lo faccio per moda"?
Inizialmente non era questo il titolo... pensavo a un podcast da due anni, ma un po' perché mi mancava l'idea forte un po' per mancanza di tempo, ho sempre rimandato. Poi è arrivata l'illuminazione, ho deciso di parlare di disagio generazionale e il podcast avrebbe dovuto chiamarsi 'disagio.com'. Ma il titolo non mi convinceva fino in fondo. Parlando del progetto con una giornalista le ho detto che 'non lo facevo per moda' e così è nato il titolo. Ed è davvero così, non lo faccio per moda, volevo qualcosa di diverso, non volevo fare fuffa...
Perché hai deciso di parlare di disagio?
Perché riguarda tutti noi, spesso vogliamo nasconderci delle verità e non le vogliamo affrontare perché scomode... Ad esempio Signorini ha raccontato di essere stato bullizzato da ragazzo e oggi che è un uomo di successo quel disagio ancora lo avverte. Parlarne aiuta le persone a sentirsi meno sole.
I social hanno le loro colpe...
Siamo bombardati dai social, abbiamo un esempio di vita perfetta che è generatore di disagio perché tu vedi gli altri e invidi la loro felicità anche se effimera. Io non lo nego, sto bene e sono felice, ma quando apro i social si crea un senso di ansia e di vuoto. Non ci si sente abbastanza adeguati... per questo è bello andare a scavare a fondo per far vedere che la vita dei balocchi non esiste.
I social stanno cambiando?
C'è una attenzione maggiore, anche se adesso gli influencer sono visti come dei mostri, ma non è tutta colpa nostra, e nessuno ruba niente a nessuno. Ci sono influencer che fanno questo lavoro con professionalità e promuovono prodotti seri e non aria fritta e poi ci sono persone che guadagnano in un altro modo, non giudico, ma ad esempio Onlyfan è un'altra cosa...
Tornando al podcast, tu hai vissuto episodi di bullismo?
Alle elementari e alle medie sono sempre stata la straniera, questa cosa ha segnato molto i primi 15 anni della mia vita, mi vergognavo delle mie origini, ero l’iraniana, per alcuni ero l'araba... non ero la bambolina come le altre e mi prendevano in giro. Il non essere stata accettata, quel non aver avuto le amiche vere, quel gruppo che ti fa sentire accolta, nel tempo ha pesato...
Chi tra i tuoi ospiti ti ha sorpreso di più?
Alfonso Signorini. Si è dato tanto, molti non lo conoscevano così bene, ha parlato della sua infanzia, ha detto la sua sul Gf su Rocco Siffredi, è stato ironico e divertente... ha fatto ridere, riflettere, commuovere...
L'ospite che vorresti?
Chiara Ferragni, Fedez e Selvaggia Lucarelli, sarebbero tre chiacchierate molto iconiche.
Perché hai deciso di buttarti su un podcast?
Non ci guadagno niente con il podcast, lo faccio per una crescita personale, per incontrare persone di spessore che hanno qualcosa da dire e trattare di temi importanti e non solo borse scarpe e gioielli... non solo leggerezza ma anche sostanza.
Cosa preferisci di più tra web e tv?
Per me viaggiano in parallelo, sono tutti mondi saturi, il web, il podcast e la tv. Cerco di costruirmi delle possibilità, in questo momento non ho un programma tv che mi impegna e avere un podcast mi permette di esprimermi e farmi conoscere meglio, far vedere un altro lato di me. Il web richiede pochi secondi o minuti al massimo, hai poco tempo per un reel in cui devi far vedere tutto a gente che presta poca attenzione. Portare il pubblico ad ascoltare un'ora di podcast è una grande sfida.
Sei soddisfatta?
Molto. Sono più matura, ho fatto un passo indietro, non sono io la protagonista, mi metto in ascolto e al servizio del mio ospite.