Parte mercoledì 22 novembre, in prima serata su Canale 5, il programma condotto da Gerry Scotti. Tgcom24 ha sentito il regista e direttore artistico
di Massimo Longoni© Ufficio stampa
Mercoledì 22 novembre, in prima serata su Canale 5, arriva "Io Canto Generation". A 10 anni di distanza dall'ultima edizione, torna in una nuova versione il talent show condotto da Gerry Scotti: protagonisti sono sempre ragazzi e ragazze dotati di un’innata passione per la musica e tanta voglia di mettersi in gioco, ma questa volta guidati da sei protagonisti della musica italiana che faranno da capitani di altrettante squadre, in un affascinante confronto tra generazioni diverse. Le squadre saranno capitanate da Iva Zanicchi, Fausto Leali, Anna Tatangelo, Mietta, Cristina Scuccia e Benedetta Caretta, vincitrice della seconda edizione di "Io Canto". Mentre a fare da giudici delle performance ci sarà una giuria composta da quattro grandi artisti: Al Bano, Michelle Hunziker, Orietta Berti e Claudio Amendola. "I capitani sono perfetti per creare il clima giusto - spiega a Tgcom24 Roberto Cenci, regista e direttore artistico del programma -. C'è uno scambio tra generazioni che permette di creare un clima davvero familiare".
I ragazzi avranno l’opportunità unica di duettare con i loro capisquadra, imparando dalla loro esperienza e attingendo a repertori musicali diversi. Sarà un incontro tra due generazioni, quella dei giovani talenti e quella dei cantanti già affermati, una sinergia e uno scambio sorprendente tra chi sta emergendo nel mondo della musica e chi ne è già una figura di primo piano. Ad accompagnare le performance ci sarà la band diretta dal maestro Valeriano Chiaravalle. In ogni puntata, sfida dopo sfida, verrà stilata una classifica determinata dai voti dei giudici che potrà essere ribaltata dalle preferenze del voto del pubblico in studio. Presente anche la speaker radiofonica Chiara Tortorella, in rappresentanza di R101, radio ufficiale del programma, che avrà il compito, insieme alla giuria, di salvare due componenti della squadra ultima in classifica. Nella finalissima le squadre verranno sciolte e i ragazzi rimasti si sfideranno uno contro l’altro. Il vincitore assoluto di “Io Canto Generation” si aggiudicherà un percorso formativo alla New York Film Academy nella sede di Firenze, un viaggio a New York per visitare Broadway accompagnati dalla NYFA e grazie a R101, il vincitore avrà la possibilità di registrare una cover.
In televisione ci sono cose cicliche, esattamente come accade per "Ciao Darwin" che facciamo ogni quattro anni. Alcuni programmi hanno bisogno di un respiro anche più lungo, secondo me ci sta. Inoltre in questi dieci anni è anche cambiato il tipo di musica, l'approccio musicale. La nuova edizione è confezionata bene, la giuria funziona alla grande e i ragazzini sono forti. I capitani delle squadre poi sono perfetti per creare il clima giusto che è una delle cose più importanti. E poi c'è Gerry che è straordinario. Insomma, bentornato, "Io Canto Generation".
Sì, è perfetto. Si diverte, si emoziona e poi insomma lo sappiamo tutti, è un grandissimo padrone di casa.
Sì, la differenza principale è quella ma non è l'unica. Una "pausa" così lunga permette di inserire elementi nuovi anche in un format perfetto. Sostanzialmente "Io Canto" era impostato solo su ragazzi e ragazzine, anche più piccoli. In questa edizione abbiamo alzato leggermente le età. Così mentre nelle prime edizioni c'erano anche bimbi di 6, 7 e 8 anni, mentre questa volta sono tutti compresi tra i 10 e i 14 anni. Anche in virtù di questo abbiamo inserito le eliminazioni. Comunque si è cercato di far capire a questi ragazzi che è un grande gioco, questa è la base di tutto, quindi anche un'eliminazione deve sempre essere vissuta bene, perché comunque nella vita si può vincere ma si può anche perdere.
I capitani hanno influito sulla formazione delle squadre?
No, anzi, fino alla prima puntata i capitani non hanno mai ascoltato e mai conosciuto i ragazzini, quindi per loro ci sarà la sorpresa di conoscere i cantanti e gli abbinamenti. Questi sono stati tutti decisi da me e dal maestro Chiaravalle.
Ci sono 24 ragazzi, divisi per sei squadre guidate dai sei capitani e in ogni puntata vine stilata una classifica. Durante tutto il percorso della puntata i ragazzi vengono votati dalla giuria e poi c'è il voto del pubblico in studio. Quindi è un plebiscito popolare. Tra chi dei ragazzi si trova in fondo alla classifica uno viene salvato dalla giuria e l'altro dai cento del pubblico. Per questo più che di eliminazioni vogliamo guardare la cosa in positivo e parlare di salvataggi: su quattro ragazzi ne salviamo due.
Le squadre rimangono tali fino alla finalissima?
No, nella semifinale, alla quale arriveranno 16 ragazzi, si formeranno due squadre, composte ognuna da tre dei capitani. Poi anche lì avremo dei salvataggi per arrivare ai 12 ragazzi che si giocheranno la finale. Non ci saranno più squadre, e gli ormai ex capitani duetteranno con i ragazzi che se la giocheranno con un meccanismo a imbuto per arrivare al vincitore.
C'è un duplice confronto generazionale: non solo con i ragazzi ma anche tra gli stessi capitani, visto che si va da grandi esperti come Iva Zanicchi e Fausto Leali a giovanissimi come Benedetta Caretta, vincitrice della seconda edizione di "Io Canto". Ci sono approcci diversi nei confronti dei concorrenti?
No, perché alla fine si crea un clima in cui si crea una grande famiglia televisiva e quindi l'approccio è uguale per tutti. La differenza generazione si vedrà quando Iva e Fausto dovranno affrontare canzoni estremamente giovani e mentre i capitani più giovani si confronteranno con le canzoni del passato.
Ha individuato qualche talento che potrebbe avere un futuro?
Ormai non mi sbilancio più, visto quelli che ho lanciato io, però sicuramente qualcuno c'è. Devo dire che comunque la media di tutti i ragazzi è molto alta. La cosa buona che secondo me piacerà è che le diverse caratteristiche di ognuno di loro permette di spaziare tra il moderno e l'attualissimo fino a cose più classiche e tradizionali. Ci sarà quindi un panorama variegato.
E tra giuria e capitani delle squadre da chi dobbiamo aspettarci qualche sorpresa?
A prescindere dal fatto che tutti sono veramente disponibili e carini, Claudio Amendola è molto partecipativo, molto calato nel ruolo umanamente, a prescindere dal ruolo in commedia.