A "Verissimo" il campione paralimpico: "I suoi erano giochi psicologici ed io non ero lucido"
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Ospite a "Verissimo" Manuel Bortuzzo racconta la sua verità sul caso di stalking che lo vede vittima per cui è stata condannata ad 1 anno e 8 mesi (pena sospesa), la sua ex Lucrezia Hailé Selassiè. "La frequentazione vera e propria, quella sana, è durata veramente poco. Poi ci siamo lasciati ma lei non lo ha mai accettato, sono stato costretto anche a fare un comunicato stampa e dopo quella esposizione mediatica le cose sono andate sempre peggio" dice a Silvia Toffanin.
"Inizialmente giustificavo il suo comportamento, poi i suoi atteggiamenti hanno iniziato a essere invadenti per la mia vita. Dai messaggi, agli appostamenti sotto casa o fuori i ristoranti dove andavo a cena con gli amici, non ero più sereno, - prosegue - la sua insistenza mi ha portato a riavvicinarmi ma non mi sentivo lucido, la sua era follia non amore".
"I suoi erano giochi psicologici per farmi fare in automatico qualcosa - continua a raccontare il campione di nuoto paralimpico parlando della relazione con Lulù Selassié - mi minacciava di morte o di farsi del male, quello che sentivo era una sensazione di disagio totale".
Gli appostamenti a Manchester e Madeira - "Mi ha seguito prima a Manchester poi a Madeira dove mi trovavo per le gare di nuoto. Mi lasciava dei biglietti sotto la porta della mia stanza con scritto: Sono Lulù, vieni nella mia camera. La prima volta sono andato e ho finto per tamponare questa situazione. A Madeira però non sono andato, non reggevo più la situazione, e a quel punto è venuta lei da me e mi ha messo le mani addosso. Non ho reagito, le ho detto solamente ci vediamo in tribunale" ha concluso Manuel Bortuzzo.