Fotogallery - Addio a Maurizio Costanzo, pilastro della tv italiana
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Il giornalista e conduttore tv aveva 84 anni. Al suo nome è legato il "Maurizio Costanzo Show", il talk show più longevo della storia della tv italiana
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E' morto a Roma Maurizio Costanzo. Giornalista, conduttore tv, autore, sceneggiatore, aveva 84 anni. Il decesso è avvenuto alla clinica Paideia di Roma, dove era ricoverato per un piccolo intervento. Costanzo ha segnato la storia della televisione italiana realizzando con il "Maurizio Costanzo Show" il talk show più celebre e longevo. Tra le canzoni scritte da Maurizio Costanzo va ricordata "Se telefonando" di Mina. La camera ardente sarà allestita dalle 10:30 di sabato in Campidoglio. La chiusura è prevista domenica alle 18. I funerali si svolgeranno invece lunedì 27 febbraio alle 15, in forma solenne, alla Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo.
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Maurizio Costanzo ha segnato il giornalismo e la televisione italiana fino all'ultimo. Ancora a 84 anni (era nato a Roma il 28 agosto 1938) non aveva perso la curiosità e la voglia di gettare il suo sguardo acuto sul mondo. Fino a dicembre ha presidiato la seconda serata di Canale 5 con il "Maurizio Costanzo Show", quel salotto, nato nel 1982, ideato con Alberto Silvestri, che è l'archetipo del talk made in Italy.
La sua carriera comincia nel 1956, a soli diciotto anni, come giornalista di cronaca nel quotidiano romano "Paese Sera". Nel 1963 esordisce come autore radiofonico per uno spettacolo affidatogli da Luciano Rispoli a Radio Rai dal titolo "Canzoni e nuvole", condotto da Nunzio Filogamo. Ma non solo, Maurizio Costanzo verrà anche ricordato come autore di canzoni famosissime. Nel 1966 è coautore del testo della canzone "Se telefonando", scritto insieme con Ghigo De Chiara, con musica di Ennio Morricone e portata al successo da Mina.
A metà anni 70 arriva la televisione e con esse la grande popolarità. È del 1976 il talk-show "Bontà loro" in Rai, seguito da "Acquario" e "Grand'Italia". Nel 1982 passa alla reti Fininvest e lancia il "Maurizio Costanzo Show". È l'inizio di una storia unica nella televisione italiana, durata 40 anni. Amico del giudice Giovanni Falcone, ospite alle sue trasmissioni, Costanzo si impegna come uomo e giornalista nella lotta alla mafia. In seguito all'omicidio di Libero Grassi, Costanzo e Michele Santoro realizzano il 26 settembre 1991 una maratona Rai-Fininvest contro la mafia. Memorabile la scena in cui Costanzo brucia in diretta una maglietta con scritto "Mafia made in Italy".
Proprio questo suo impegno sembra essere la causa, il 14 maggio 1993, di un attentato ai suoi danni: una Fiat Uno imbottita di novanta chilogrammi di tritolo esplode a Roma in via Ruggero Fauro (vicino al Teatro Parioli). Al momento dell'esplosione sono in transito due autovetture: una Mercedes blu, presa a nolo la mattina stessa, condotta da Stefano Degni, su cui siedono Maurizio Costanzo (di ritorno dalle registrazioni del Costanzo Show) e la sua compagna Maria De Filippi e, a brevissima distanza, una Lancia Thema con a bordo le guardie del corpo. Fortunatamente, non ci sono vittime e gli occupanti della Mercedes rimangono illesi per un ritardo del passaggio dell'auto nella zona nello scoppio causato dal telecomando e per un muretto di una scuola che fa da protezione all'automobile blindata di Costanzo.
Tra i suoi programmi più noti, anche "Buona domenica", contenitore domenicale di Canale 5 che ha tenuto a battesimo nella prima edizione del 1985, e poi ha ripreso nel 1996 conducendola per dieci anni. Altro format di successo in tempi recenti è stato "L'intervista", con confronti one to one con i rappresentanti di spicco delle istituzioni, dell'attualità, della politica, dello spettacolo. Da Berlusconi a Maradona, da Pietro Maso a Romina Power, le interviste di Costanzo alle figure più importanti, amate o controverse, hanno lasciato il segno. La puntata evento che a febbraio 2017 lo vede per la prima volta di fronte alla moglie (sposata nel 1995), "Queen Mary" De Filippi, tra ricordi, sorrisi, spezzoni di vita e momenti di emozione, tocca il 22% di share.
Ha scritto numerosi libri, tra i quali "Chi mi credo di essere" (2004, in collaborazione con Giancarlo Dotto), "E che sarà mai?" (2006), "La strategia della tartaruga" (2009), "Sipario! 50 anni di teatro. Storia e testi" (2015), "Vi racconto l'Isis" (2016) e "Smemorabilia. Catalogo sentimentale degli oggetti perduti" (2022).
La prima moglie di Maurizio Costanzo è Lori Sammartino: nel 1963 viene celebrato il matrimonio con la fotoreporter. In seguito, dal 1973 al 1984, è stato sposato con la giornalista Flaminia Morandi, dalla quale ha avuto due figli: Camilla e Saverio, quest'ultimo è regista cinematografico e di serie televisive. Costanzo e la Morandi si sono poi separati alla fine degli anni settanta. In seguito nel 1978 ha iniziato una relazione con l'attrice, regista, sceneggiatrice e doppiatrice Simona Izzo, con la quale ha convissuto dal 1983 al 1986. Il 7 giugno 1989 si è sposato con la conduttrice televisiva Marta Flavi, dalla quale ha divorziato nel 1995. Infine, il 28 agosto 1995 si è sposato con l'attuale moglie Maria De Filippi. Il matrimonio è stato celebrato con rito civile presso il Comune di Roma dall'allora sindaco Francesco Rutelli. Nel 2002 la coppia ha preso in affido e poi adottato un bambino, Gabriele.
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Maurizio Costanzo è alla clinica Paideia di Roma, dove era ricoverato da qualche settimana per un piccolo intervento di routine. Negli ultimi giorni, poi, le sue condizioni sono peggiorate. Da diverso tempo soffriva di cuore.
Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, "nel ribadire il cordoglio per la scomparsa di Maurizio Costanzo, grande giornalista che, con acume, garbo e professionalità ha attraversato decenni di cultura italiana, ha disposto le esequie solenni, che avranno luogo lunedì 27 febbraio, alle 15, a Roma, nella Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo".
La formula delle esequie solenni è prevista in caso di eventi luttuosi che colpiscano in modo particolare la coscienza comune. Funerali solenni sono stati celebrati anche per Alberto Sordi, morto esattamente vent'anni fa, il 24 febbraio 2003, nella basilica di San Giovanni in Laterano, con 250mila persone in piazza. E per Mike Bongiorno nel 2009, nel Duomo di Milano. In pieno Covid, a novembre 2020, Roma proclamò il lutto cittadino per Gigi Proietti e il corteo funebre dell'attore attraversò i luoghi simbolo dal Campidoglio al Globe di Villa Borghese, per il ricordo laico di amici e colleghi, fino ai funerali in forma privata nella Chiesa degli Artisti.