Il piano Dab+ studiato dall'Agcom dovrebbe vedere la luce a breve. Il numero uno di Radiomediaset avverte: "Bisogna accelerare ma qualcuno dall'estero vuole decidere per noi"
© Tgcom24
"Abbiamo aspettato 21 anni per avere un piano e ora finalmente, grazie all'ottimo lavoro fatto da Agcom, siamo pronti: bisogna agire". A parlare è Paolo Salvaderi, amministratore delegato di Radiomediaset, che fa il punto sulla rivoluzione digitale radiofonica che passa dal trasferimento delle stazioni italiani dall'analogico (Fm) al digitale (Dab). "Il piano Dab+ è pronto, Agcom ha riservato molta attenzione al nostro settore ed ha fatto un lavoro di grande professionalità tecnica e trasparenza verso noi operatori e ora finalmente la banda III VHF è stata liberata: non ci sono ostacoli o ragioni per attendere", dice Salvaderi.
Un piano che mette d'accordo tutti - Il piano Dab+ prevede appunto che le radio nazionali inizino a trasmettere su tutto il territorio in digitale. Le frequenze, a seguito del refarming della banda 700, non sono più occupate. "E' un piano che soddisfa gli editori nazionali e, con ulteriori interventi che l’Autorità ha apportato in vista della pubblicazione, ci saranno risorse sufficienti anche per le radio locali", dice ancora Paolo Salvaderi, "avremo un Pnaf (piano di assegnazione frequenze ndr) che darà al sistema certezza e stabilità".
Addio alla Fm? Nei tempi giusti - Il piano quindi c'è ma va, soprattutto, attuato con i tempi corretti. Pensare, come fa qualcuno, di spegnere l'Fm a favore del Dab in maniera rapida si rivelerebbe un boomerang: "La nostra normativa è molto chiara: prima il Piano DAB e poi si ragionerà tutti insieme su eventuali interventi che investiranno la FM - segnala Salvaderi -. La modulazione di frequenza è ancora il nostro mercato, quello in cui facciamo business. E prima di intervenire bisognerà analizzare tutte le possibili ricadute che potrebbero esserci".
Le pressioni dall'estero - E c'è chi in tutta questa storia soffia sul fuoco. Sono gli Stati che si affacciano sull'Adriatico che premono per uno shwitch off immediato e ipotizzano uno spegnimento di antenne Fm. "Gli impianti oggi attivi nel nostro paese sono tutti utili e necessari per il servizio, per la copertura capillare del nostro territorio", risponde Salvaderi a chi dice che le antenne italiane non sono più utili dopo il passaggio dal Dab. "E’ azzardato definirli inutili da chi il nostro territorio non lo conosce. Ci vogliono prove e studi. Segnalerei poi che questi impianti sono attivi da decine di anni. E’ incredibile che solo oggi risultino inutili e ridonanti. Mi meraviglia che, dall’estero, qualcuno voglia decidere sia la pianificazione della FM che la struttura delle nostre reti", continua Salvaderi. E in effetti è proprio così, pensare di riformare la rete Fm con una trentina d'anni di ritardo è controproducente, meglio sarebbe dare il via libera all'attuazione del piano Dab+ e in pochi anni avere sull'intero territorio nazionale un perfetto segnale digitale anche per il settore radio.
"Abbiamo appreso che potrebbero esserci tentativi di inserimento di norme per l'FM addirittura nell'emanando decreto legge sugli aiuti per la crisi energetica. Sarebbe gravissimo anche alla luce dei diritti costituzionali sulla libertà di impresa e di stampa", conclude Salvaderi.