Piero Chiambretti: "Nel mio Grand Hotel ho riproposto la tv del passato, a modo mio..."
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Il mattatore fa un bilancio con Tgcom24 della fortunata trasmissione di Canale 5
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Ama la seconda serata e per Piero Chiambretti è un miracolo che in un momento in cui la tv si è spostata "dal salotto al bagno" ci sia ancora gente che si ricorda di sintonizzarsi sulla sua trasmissione. "Grand Hotel Chiambretti" chiude i battenti e il conduttore fa un bilancio con Tgcom24: "Sono un termovalorizzatore di personaggi, ho riportato la tv del passato" racconta nel backstage del GrandPrix Advertising Strategies.
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Chiambretti, facciamo un bilancio del Grand Hotel...
Che dire, è la 21esima trasmissione della mia lunghissima carriera, è stata una cavalcata bella e faticosissima, anche perché la tv è diventata sempre più difficile per tanti motivi, uno di sicuro è la frammentazione dei canali. La tv adesso i telespettatori se la fanno a casa propria e riuscire ad agganciare un pubblico fedele, che si ricorda di sintonizzarsi in seconda serata per un numero tot di puntate è già un trionfo.
Sei soddisfatto di come è andato il programma?
Tra l'idea e il progetto, la distanza è stretta. Ci siamo avvicinati molto a quello che volevamo fare, stando sul campo limi, sposti e metti a fuoco dei particolari che sulla carta non puoi capire.
A cosa hai ceduto?
A tante cose, sono un termovalorizzatore di figure come ad esempio la Cipriani, che altrove vengono bandite come immondizia e che invece ricollocate, sufficientemente virgolettate e circoscritte possono aver anche un loro perché. Ciò non significa che adesso è una star della tv. E' successo come con alcuni cantanti: da Iva Zanicchi a Rita Pavone a Orietta Berti..
Hai riportato in tv molti personaggi del passato, perché?
La tv è del passato. Non è importante chi porti, ma come lo tratti. Quindi puoi portare Einstein o Pupo. Le tv che vivono di personaggi altisonanti commettono due errori: spendono tanto e in più i personaggi più pregiati vanno ovunque. Il pubblico non ha più bisogno di sapere la verità, ma di affrontare i personaggi in una chiave diversa.
Cosa significa fare una tv diversa?
Significa prendere tanti calci nel sedere. Quando il programma è partito i giornali mi hanno stroncato. Ma i critici mi portano fortuna, più scrivono male e più il programma va bene. L'attacco massiccio è stato esagerato, forse anche personale. Poi stranamente alcuni hanno cambiato opinione e ho letto pezzi sul Fatto Quotidiano e sul Giornale. Nel corso della trasmissione hanno avuto l'onestà intellettuale di ammettere che dietro il programma c'è un lavoro.
Dicono che 'Chiambretti è sempre uguale', ti riferisci a questo?
David Letterman ha appena lasciato la tv, ma nessuno dice che era la stessa trasmissione che faceva da 36 anni. Solo con me si pongono il problema...
Molti, a dire il vero, dicono anche che sei il vero erede di Letterman, cosa ti avvicina e cosa ti allontana?
Ci accomuna poco. E' un mostro sacro americano di New York, in Italia avrebbe avuto difficoltà a fare il suo personaggio. Quello che ci può avvicinare è la collocazione, la seconda serata. La vera vicinanza è anche che cerco di essere il più possibile me stesso...
Ti riguardi dopo una puntata?
Sempre, per capire gli errori. Cerco di dare sempre ritmo e valuto i vuoti che si possono creare, prendo appunti e la prossima volta cerco di non sbagliare.
Il giorno dopo vivi l'ansia degli ascolti?
Quella l'ho superata col tempo. Col passare degli anni si assume una sicurezza che non è tracotanza, penso semplicemente che di strada ne ho fatta tanta...
Un ospite che avresti voluto?
In realtà nessuno. Fedez non è venuto, all'ultimo ci ha costretti a rimpiazzarlo, ma ha avuto semplicemente il timore di un trattamento al pari degli altri.
Abbiamo visto Cristiano Malgioglio in una chiave nuova...
Malgioglio è una figura molto sfruttata altrove, io ho voluto rimettere al centro l'artista, quello che qualcuno si dimentica. Ha cantato dei pezzetti di canzoni storiche che io gli ho segnalato, è stato al suo posto facendo da spalla, perché al Grand Hotel, Cristiano non è un opinionista, quello lo ha fatto tante volte in Rai, sono due cose diverse . E aveva bisogno di questo..
Ultima battuta, com'è cambiata la tv oggi?
Una volta la tv stava in salotto adesso si è spostata in camera da letto, all'ingresso, e perché no?, in bagno...