Il coreografo ospite a “Quarta Repubblica” ricorda la conduttrice: “Ballavamo storti perché le telecamere vedessero dove ci toccavamo”
"Il successo del Tuca Tuca non era il Tuca Tuca, era lei". Enzo Paolo Turchi, ballerino e coreografo, racconta così Raffaella Carrà, scomparsa all'età di 78 anni. I due si conoscevano da tempo e lanciarono quel tormentone, non senza destare clamore: "La prima volta che ballammo insieme lei aveva 16 anni, io 12", spiega. Poi ricorda quando la dirigenza Rai censurò il ballo inventato da Gino Landi: "Eravamo spaventati, pensavamo ci avrebbero cacciato. Ci dissero di ballare storti perché così le telecamere avrebbero mostrato con chiarezza dove ci toccavamo, così da togliere l'ambiguità".
Il Tuca Tuca era all'epoca considerato audace: ecco il perché della censura da parte della dirigenza Rai. Ci pensò Alberto Sordi a riabilitarlo: "Gli insegnai io a ballarlo", ricorca Turchi.