Ha sovvertito le regole della comunicazione, inventato programmi e lanciato personaggi notissimi. Tutto sempre con garbo, ironia e intelligenza
Renzo Arbore compie 80 anni. Laureato in legge, cittadino onorario di Napoli, una laurea honoris causa al Berklee College di Boston (una delle scuole musicali più prestigiose del mondo) e una in goliardia, ricevuta da Umberto Eco. Ma soprattutto ideatore, geniale ed ironico, di alcuni dei più straordinari momenti della nostra radio e della nostra tv, da "Alto Gradimento" a "Quelli della notte" e "Indietro tutta".
Ancora oggi continua a essere un punto di riferimento, la figura davvero unica di un raffinato e divertito agitatore culturale che con garbo e ironia ha cambiato le regole del gioco dello spettacolo in Italia. Prima alla radio con "Bandiera Gialla", il programma che ha fatto scoprire all'Italia la musica internazionale, poi con "Alto Gradimento", un talk show comico demenziale che di fatto ha stabilito il format e un modello, ancora insuperato, dell'intrattenimento radiofonico.
Ma ben presto Arbore si è messo alla prova con il mezzo televisivo, subito rompendo determinate regole. E così agli esordi in tv ha portato le istanze della generazione Beat e dei "capelloni" a "Speciale per voi", con i cantanti sottoposti alle domande in diretta del pubblico, quindi, negli anni 80, ha creato un nuovo modo di fare tv con "L'altra domenica", il primo caso di intrattenimento domenicale alternativo a quello "istituzionale" di "Domenica In", "Quelli della notte", un late show all'insegna dell'improvvisazione, "Indietro tutta", geniale satira sulla deriva trash della televisione, tanto credibile da far credere che il finto sponsor della trasmissione, il "Cacao Meravigliao", con indimenticabile jingle, esistesse davvero, cosdì che la gente si recava nei negozi a cercarlo.
Il grande schidione sul quale si sono infilzati tutti questi esperimenti è stata la musica. Nel 1986 si è classificato al secondo posto al festival di Sanremo con "Il clarinetto" (la vittoria andò ad "Adesso tu" di Eros Ramazzotti, ma si dice che in realta' avesse vinto Arbore), e nella seconda metà degli anni 80 è stato direttore artistico di "D.O.C.", insuperata oasi su Raidue di musica di qualità e dal vivo che riuscì a ospitare gente del calibro di Miles Davis e James Brown, il meglio del rock e della musica italiana abbinati a nuovi talenti della comicità. Altri programmi di culto sono stati "Telepatria International", "Cari amici vicini e lontani" dedicata alla radio, e "Tagli, ritagli e frattaglie", sorta di antesignano di Techetechetè, con una giovanissima Lory Del Santo nel ruolo di un'archivista tutta da ammirare.
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Renzo Arbore ha avuto il merito e l'intelligenza di dire moltissimi no, di non inflazionarsi mai, anche nel momento in cui gli veniva offerto di tutto, dalla pubblicità alla conduzione del festival di Sanremo. E quello di essere stato un talent scout formidabile: sono più di 100 i personaggi che devono a lui le prime apparizioni in tv e tra questi ci sono Roberto Benigni, Milly Carlucci, Isabella Rossellini, Nino Frassica, Gegè Telesforo, Max Paiella.
Pochi in Italia hanno fatto più di lui per diffondere l'amore per il jazz, lo swing (anche quello "all'italiana"), la canzone napoletana (anche a lui si deve la riscoperta di Roberto Murolo): un impegno svolto sia attraverso i suoi programmi radiofonici e televisivi (qualche anno fa ha realizzato un bellissimo documentario sul contributo degli italiani alla musica jazz) che come musicista alla testa dell'Orchestra Italiana o degli Swing Maniacs. Inesauribile fonte di aneddoti irresistibili, collezionista di scherzi e oggetti (e cibi) imprevedibili, tanto da diventare oggetto di una mostra, Renzo Arbore resta un modello di umorismo e di stile, che ha insegnato all'Italia come uno sberleffo di Totò possa avere la stessa importanza di un assolo di Miles Davis.
Negli ultimi anni ha dovuto affrontare dolorosi addii, come la morte di Mariangela Melato, l'amore della sua vita, o la scomparsa recente di Gianni Boncompagni, amico e sodale di sempre. Proprio per questo Arbore è sembrato non avere molta voglia di festeggiare il traguardo degli 80 anni e si è allontanato da qualsiasi tipo di celebrazione pubblica. Con il suo stile garbato e intelligente di sempre.