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Realizzata presso la Comunità, sarà disponibile dal 19 aprile sui canali Youtube e Facebook di Freeda: propone la narrazione diretta dei protagonisti
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Scardinare pregiudizi e stereotipi sulla tossicodipendenza, per normalizzare il dibattito sulle droghe e la riabilitazione: è questo l’obiettivo di “Resistenze, racconti da San Patrignano”, la social serie ideata, realizzata e distribuita da Freeda, che propone il racconto diretto di ragazzi e ragazze ospiti della più grande comunità di recupero per tossicodipendenti d'Europa. La docu-serie, che verrà pubblicata il 19 aprile sui canali YouTube e Facebook di Freeda, è composta da 5 episodi della durata di circa 15 minuti ciascuno.
La serie propone un racconto senza filtri dell’esperienza di sei ragazze e ragazzi durante il loro percorso di rinascita, con l’architettura di San Patrignano a fare da cornice. La struttura rappresenta un elemento narrativo attivo e vitale. Nel corso degli anni, infatti, la comunità si è sempre più strutturata per permettere ai propri ospiti un percorso di lungo periodo, formandosi nei laboratori professionali di San Patrignano.
Nello stile di Freeda, il progetto parla un linguaggio diretto attraverso il racconto senza filtri di chi vive o ha vissuto la dipendenza e la disintossicazione. "Stimolare il dibattito attorno al tema della tossicodipendenza senza giudizi e senza preconcetti è l’obiettivo di Resistenze, in coerenza con l’approccio di Freeda ai temi più cari e più utili alle nuove generazioni. Il documentario vuole rimanere aderente alla realtà, proponendo storie di vita vissuta in modo disintermediato. Per questo motivo, dunque, le ragazze e i ragazzi ospiti della Comunità di San Patrignano si raccontano in prima persona attraverso 5 puntate e 6 protagonisti", ha dichiarato Sara Ristori, Direttrice Editoriale di Freeda. "Siamo entusiasti del risultato e speriamo che possa raggiungere un pubblico vasto, con l’intento di sensibilizzare, informare e condividere esperienze preziose: un impegno che portiamo avanti ogni giorno nei confronti della nostra community".
"Abbiamo apprezzato molto la sensibilità con cui Freeda si è posta nei confronti dei nostri ragazzi" sottolinea il presidente della comunità Alessandro Rodino Dal Pozzo. "Si tratta di un lavoro che sottolinea ancora una volta quanto le dipendenze nella nostra società siano un problema trasversale, che non guarda al ceto sociale, all’orientamento sessuale o all’età delle persone interessate. Freeda pone l’accento sull’impegno che San Patrignano porta avanti ogni giorno in maniera disinteressata, cercando di aiutare ogni ragazza e ragazzo a trovare la propria strada. Si tratta di storie e interviste che mettono in evidenza come la dipendenza spesso sia solo l’apice di un malessere che nasconde molteplici disagi".
Il team di Freeda ha impiegato oltre 4 mesi per la realizzazione delle riprese, a partire da settembre dello scorso anno. Le prime settimane sono servite per entrare in contatto con la Comunità, e conoscere al meglio i ragazzi protagonisti della serie, lontani dall’obiettivo della telecamera. Nei mesi tra ottobre e dicembre si sono invece concentrate le riprese, che dovevano seguire il ritmo e le molteplici attività degli ospiti della struttura. Il team ha chiesto loro tante cose: come hanno iniziato, perché hanno continuato fino ad abusarne, perché non sono riusciti a fermarsi prima. Il risultato è un affresco a più voci sul tema della dipendenza, un affresco consapevole di non potere rispondere a tutte le domande su un argomento così largo e al tempo stesso così soggettivo, lasciando la parola ai protagonisti del racconto.