DOMENICA 15 SETTEMBRE

Italia 1 riapre il suo stage con Roberto Lipari: "Metto un punto comico anche ai temi più spinosi"

Lo spettacolo del comico palermitano inaugura la nuova stagione "Italia Uno On Stage", Tgcom24 ne ha parlato con lui

di Massimo Longoni
14 Set 2024 - 09:57
 © Ufficio stampa

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Domenica 15 settembre in prima serata su Italia 1, torna "Italia Uno On Stage", con lo spettacolo "Roberto Lipari… E ho detto tutto". Una serata all'insegna della comicità e dell'ironia registrata al Teatro Al Massimo di Palermo dove Lipari, partendo dalla famosissima citazione di Totò, "E ho detto tutto", che con questa frase riusciva magicamente a mettere un punto a qualsiasi questione, cercherà di mettere un punto "comico" anche agli argomenti più spinosi. Durante lo spettacolo, infatti, verranno toccati vari temi come quelli legati all’ecologia, alla legalità, le crisi culturali e non solo.Il tutto affrontato all'insegna della comicità, dell'ironia e della poesia, offrendo momenti di puro divertimento e riflessione. E non mancheranno anche l’incursione del compagno di bancone di "Striscia la Notizia" Sergio Friscia e simpatici camei dei colleghi Corrado Fortuna, Nicola Savino, Fabrizio Biggio e Rosario Fiorello.

Roberto Lipari in "Roberto Lipari... E ho detto tutto"

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Nello spettacolo c'è un po' del mio repertorio storico ma anche materiale pensato ad hoc per l'occasione. In realtà è uno spettacolo in cui passo da diversi temi. L'ecologia, la cultura, la mia terra. Trattare con comicità tutti i temi che mi sembrano seriosi è una caratteristica del mio stile, tendo a far diventare comico un tema che non lo è. E alla fine la domanda che mi pongo è proprio quella del titolo. Perché faccio un mestiere di parole e a volte le parole non dicono niente. "E ho detto tutto" è una frase magica che ho rubato a Totò con la quale lui riusciva a mettere un punto a qualsiasi questione. 

Possiamo definirlo uno spettacolo di stand up comedy?

Quando ho iniziato a fare questo mestiere ero un monologhista, poi sono diventato uno stand up comedian. Ma è marketing, è un po' come il fatto che c'è più il pasticciere ma il cake designer. Chiamatemi come volete, io faccio il comico. La realtà è che siamo nel mondo del marketing è si tende a mettere un nome che faccia "scena".

Tu sei passato dal teatro alla tv e poi anche al cinema, dove hai debuttato anche come regista. Cambia il tuo approccio comico a seconda dei mezzi che usi?

È come se fossero tutti sport con palloni diversi. Uno è calcio, l'altro tennis... non puoi applicare le stesse regole, sei uno sportivo ma ogni volta devi adattarti. Credo di tentare di utilizzare i mezzi per dire di volta in volta le cose giuste. È un po' il principio della rotazione dei campi per dare frutti che si studiava alle elementari, in questo modo non mi annoio mai. Il primo amore comunque è il teatro, il monologo penso che potrei farlo tutta la vita, le altre cose hanno bisogno di più sovrastrutture. 

Tu ti sei fatto conoscere con i video su Internet poi hai trovato la grande popolarità con un talent televisivo. Pensi che il Web sia un mezzo fondamentale per chi vuol fare comicità oggi?

Ha il grande vantaggio di dare visibilità a costo zero. Chi nasce in Sicilia sa che è una terra lontana da tutto, farsi vedere in ambito artistico non era facile. Accendere una camera e farsi vedere dal mondo ha accorciato le distanze. Io venivo però dal palco e ho utilizzato il Web per farmi conoscere. Per chi nasce invece su TikTok dove il montaggio è fondamentale, poi andare su un palco è difficile. Secondo me poi le cose coesisteranno in settori separati, ora siamo ancora all'età della pietra di questo mondo dove tutto è un po' mescolato. 

Nello spettacolo ci sono diversi ospiti: che tipo di rapporto hai con i tuoi colleghi?

Non ho tantissimi amici nel mondo dello spettacolo ma quelle che ho sono bellissime amicizie, come quella con Sergio Friscia, con altri ci sono più che altor attestati di stima. Credo che con i colleghi, in qualunque ambito lavorativo sia difficile stabilire rapporti sani. Mi ritengo fortunato di aver creato bellissimi rapporti con Sergio, Antonio Ricci, i Panpers con cui ho lavorato a "Colorado". Sergio è la mia "dolce trequarti", con lui ci divertiamo come se fossimo due compagni di scuola all'ultimo banco. 

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