A "Quarta Repubblica" il cantante parla del trauma dopo il furto in casa
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"Adesso vivo nel terrore". A "Quarta Repubblica", Roby Facchinetti parla di come sia cambiata la sua vita dopo la rapina nella sua villa di Bergamo avvenuta ormai due anni fa. Il cantante, nel programma di condotto da Nicola Porro, ha spiegato di aver cambiato le proprie abitudini dopo quell'evento nonostante sia passato del tempo.
"Cambi le abitudini e cambi anche tu - ha detto -. Ho conosciuto il terrore, che non conoscevo prima. Conoscevo la paura, lo spavento, ma non il terrore. Il terrore rimane dentro e ti fa comportare in un modo diverso. Io e la mia famiglia non ci sentiamo più sicuri come prima e posso capire quelli che reagiscono in maniera forte a queste situazioni. Perché quando vivi nel terrore fai e dici delle cose che non sai o che non immagineresti. Non è più un vivere. Nonostante siano trascorsi due anni esatti, ma per me non è cambiato assolutamente nulla".
"La sensazione è che queste bande siano molto organizzate - ha aggiunto il cantante dei Pooh -. Erano in quattro, molto professionali. Conoscevano molto bene le zone della casa, erano vestiti di nero e indossavano dei passamontagna. Ci hanno puntato delle pistole, sono rimasti tre quarti d'ora, sapevano di avere tempo: la cosa che ci ha salvato è stata mia moglie che è svenuta". Facchinetti ha parlato della reazione che ha tentato in quel momento: "Volevano portarmi al primo piano dove c'è l'appartamento di mia figlia che loro non riuscivano a entrare - ha raccontato -. In quel momento io ho provato a prenderli a calci perché non volevo, tentavo di proteggere mia figlia e la mia famiglia e uno di loro ha detto al suo complice che avrebbe voluto spararmi alle gambe".