Dopo lo stop anche ai figuranti del ministro di Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini
Amadeus © Italy Photo Press
"O tutti compatti o si rimanda al 2022". Amadeus era stato chiaro e ora dopo lo stop al pubblico, anche di figuranti, arrivato con il tweet del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, starebbe valutando la possibilità di lasciare il suo ruolo da direttore artistico e conduttore di Sanremo 2021. Amadeus ha sempre difeso l'idea di un Festival con il pubblico e la linea prevalsa finora era appunto quella di aprire la platea dell'Ariston a figuranti contrattualizzati. Ipotesi che non era stata esclusa dal ministro della Salute Roberto Speranza.
SINDACO DI SANREMO: "RISCHIO DEFAULT" - "La mancata realizzazione del Festival e la reiterata chiusura del Casinò, dopo un 2020 economicamente devastante, porterebbe un minor introito alle casse comunali tale da portare il Comune al default, richiedendo l'intervento prefettizio sulla gestione ordinaria". Lo afferma il sindaco Alberto Biancheri. "L'eventuale annullamento - aggiunge - avrebbe gravi ripercussioni sugli alberghi, con molti già provati da un anno di crisi".
IL TWEET DI FRANCESCHINI - "Il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo il prima possibile", ha scritto su Twitter il ministro Franceschini. "Io sono il primo a sperare che l'andamento dei contagi consenta di riaprire al più presto i teatri con le misure di sicurezza necessarie e sto lavorando per questo - ha proseguito Franceschini - Ma le regole vigenti valgono per tutti, dallo spettacolo piu' grande al teatro più piccolo".
IL COMITATO SCIENTIFICO - Il caso Sanremo intanto è approdato sul tavolo del Comitato tecnico scientifico. E' il ministro della Salute, Roberto Speranza, a coinvolgere gli esperti, chiedendo le indicazioni sul "protocollo di sicurezza per artisti e maestranze", sollecitato nei giorni scorsi dall'industria discografica. Speranza ha ribadito in una lettera inviata al coordinatore del Cts Agostino Miozzo che per gli spettacoli "che si svolgono nelle sale teatrali" valgono le norme previste dal Dpcm in vigore, "che consente lo svolgimento di spettacoli in assenza di pubblico", e invita il Cts a pronunciarsi "in tempo utile"
CTS SFAVOREVOLE AL PUBBLICO IN SALA - L'orientamento del Cts è ribadire il no al pubblico in sala: su questo aspetto l'intenzione dell'azienda è escludere il pubblico pagante o a inviti, aprendo la platea dell'Ariston a circa 400 figuranti contrattualizzati, anche coppie di conviventi, considerati parte integrante dello spettacolo. Dopo il tweet di Franceschni però cambia tutto. Al termine della riunione con i vertici della Rai, infatti, gli esperti del Comitato tecnico scientifico hanno confermato le proprie perplessità sulla possibilità di far svolgere il festival di Sanremo con la presenza del pubblico, seppur composto da figuranti.
TRE FATTORI DI RISCHIO - Tre le problematiche sollevate dai tecnici. La prima è legata al Dpcm attualmente in vigore: le norme prevedono per gli spettacoli teatrali lo svolgimento in assenza di pubblico. La seconda è legata alla situazione epidemiologica: ad oggi la Liguria ha dati che la collocano in zona gialla, ma nessuno può al momento prevedere quali saranno i dati in occasione del Festival. Infine, i tecnici hanno sottolineato che il Festival potrebbe richiamare migliaia di persone ed è necessario evitare il rischio assembramenti.
IL DIRETTORE DI RAIUNO COLETTA - "Sanremo è in linea con tutto quello che Raiuno ha realizzato quest`anno. Avviene non a Roma ma in una cittadina che accoglie questo evento, ma sarà un programma televisivo, seriale, condensato in 5 serate, e i protocolli con cui lo realizzeremo saranno gli stessi con cui abbiamo realizzato tutti i programmi televisivi - ha affermato il direttore di Rai1 Stefano Coletta - A Sanremo andrà in onda uno show dall`Ariston e sarà protocollato come uno show televisivo. Abbiamo lavorato da mattina a sera e lo facciamo pensando al pubblico: se ce la si fa garantendo tutti i protocolli quella quota di intrattenimento noi la dobbiamo a quel pubblico".
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