Telebestiario di Francesco Specchia
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Cravattino e pantaloni damascati così squisitamente dandy, l'erre arrotata su una partigianeria controcorrente (“Io sono molto cruccomane, c'è sempre da imparare dai tedeschi”), il gesticolare molto italiano, i capelli lasciati crescere con capriccio alla Leonard Bernstein. Un tirapugni d'acciaio in guanto di velluto. L'altra sera a Servizio Pubblico – La7, giovedì prime time - ho capito più di politica e di economia ascoltando Philippe Daverio che non l'economista Zingales seduto affianco, o qualsivoglia politico passasse da quelle parti.
Sarà l'abitudine alla telecamera (Passpartout è tuttora uno dei migliori programmi di sempre), sarà l'ammaliamento per i numeri e le parole; ma Daverio l'intellettuale, l'altra sera ha mostrato quale spinta propulsiva potrebbero dare gl'intellettuali se messi davvero al servizio comune. Daverio ha buttato due-tre bombette che rivelano le ipocrisie di un Paese che non si vuol bene. Per dire, sul sistema museale: “Gli Uffizi fanno meno di 2 milioni di presenze, il Louvre fa 8 milioni. Bisogna chiedersi perché. I tedeschi hanno rotto il mercato del lavoro, ristrutturando la società. La crisi italiani non sta nel museo o in fabbrica, è ovunque, è sistemica”.
E, intanto partiva uno stupefacente servizio su disfunzioni e camorrismo a Pompei che, di fatto, gli dava ragione. Non pago, Daverio sfatava il mito della classe operaia italiana: “E' una finzione industriale iniziata da Mussolini e continuata dalla Dc. In Italia la gente aveva un futuro nel turismo e nell'agricoltura, ma trasferita verso un mito industriale non ha portato grossi risultati”. Landini, colà ospite, impallidiva: “…ma non diciamo cose così diverse”. Invece erano diversissime. Daverio aveva a che dire pure sulla produttività dei lavoratori: “In Italia non lavora e non produce nessuno. In Italia solo 12-14 milioni di persone producono reddito.
Chi è sul mercato della competizione sono solo 6-7 milioni di persone. Troppo pochi. In Germania, sono 30 milioni”. Evocava Weber, mentre sia Landini, sia Santoro incavolato per una battuta sugli operai napoletani , e sia un bravo operaio di Piombino tentavano di fargli capire che la siderurgia e il manifatturiero sono anch'esse speranze del Paese, mica si mangia con Dante. Eppure Daverio è così convincente che sei d'accordo con lui anche se non lo sei. E non è neanche di sinistra. Suggerei di non ridargli un programma, ma di affidargli un ministero…