A Verissimo l'attore racconta la sua “isola del tesoro”, la scrittura
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Silvio Muccino si racconta in un'intervista esclusiva a Verissimo parlando principalmente del suo nuovo libro “Quando eravamo eroi”. “Del cinema ho conosciuto tanti lati, quello migliore e quello peggiore. Ora a 36 anni – racconta Muccino – ho capito che devo resettare tutto. In realtà mi sento più un cantastorie. Uso diversi canali, ma la mia “isola del tesoro” è la scrittura. L’attore ha parlato della sua infanzia, del suo passato da enfant prodige e della sua voglia di rallentare per riscoprire sé stesso: “Ho resettato la mia vita e ora vivo in Umbria e scrivo. Ho gente attorno a me che mi ama per quello che sono, e non perché sono Silvio Muccino”.
E quando Silvia Toffanin gli chiede dei suoi progetti per il futuro replica: “Non amo programmare, per questo ora sto lasciando a me stesso la possibilità di esprimermi in modi e canali diversi. Negli ultimi anni ho fatto un lavoro su di me molto intenso. Adesso, per esempio, so che fare film non è più al primo posto. Nel cinema ci sono mille filtri tra te e il pubblico, purtroppo a volte i messaggi si perdono: il libro invece è una lettera aperta”.
Muccino regala poi al pubblico una frase del suo libro in cui in questo periodo si ritrova particolarmente: “Io Silvio in questo momento mi rivedo in questa frase che è la quarta di copertina del mio ultimo libro: ti amo così tanto che non mi basta averti, vorrei essere te”. E alla domanda di una possibile paternità replica: “Non mi vedo papà, pecco perché credo ancora nella mia parte Peter Pan, sono ancora attaccato al vivere la vita come un’avventura, però la mia vita è fatta da sempre di nuovi inizi e lo ammetto ho perso il conto di quante volte ho ricominciato. Ma vi assicuro che è una bella sensazione”.