Non è la Rai, 20 anni fa l'ultima puntata del varietà che ha lanciato Ambra Angiolini
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Il 30 giugno 1995, la trasmissione cult degli Anni Novanta, ideata e diretta da Gianni Boncompagni, chiudeva i battenti
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Il 30 giugno 1995, esattamente 20 anni fa, "Non è la Rai" chiudeva i battenti. Innovativo e discusso, il programma, ideato da Gianni Boncompagni e Irene Ghergo, è diventato un fenomeno di costume e un cult della televisione degli Anni Novanta. In onda sulle reti Finivest per quattro stagioni, ha lanciato tanti volti della tv e dello spettacolo a partire dal simbolo indiscusso della trasmissione: Ambra Angiolini, conduttrice delle ultime due edizioni.
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A Non è la Rai hanno mosso i primi passi tante attrici e showgirl della tv nostrana, da Laura Freddi ad Alessia Merz, da Antonella Mosetti a Sabrina Impacciatore, senza dimenticare Claudia Gerini, Romina Mondello, Nicole Grimaudo.
Diretto da Gianni Boncompagni, presenza viva nel famigerato auricolare della Angiolini, il programma debuttò con Enrica Bonaccorti al timone il 9 settembre 1991, su Canale 5, per passare su Italia 1 nelle ultime due stagioni. Appuntamento pomeridiano in onda dal lunedì al venerdì e sempre in diretta, Non è la Rai è stata la prima trasmissione di intrattenimento quotidiana delle reti Fininvest e fu subito un successo, alimentato anche dal merchandising legato al programma.
Le adolescenti che ballavano in attillati miniabiti e cantavano sopratutto in playback davanti alla telecamera, come fossero nella loro camera da letto, hanno rappresentato una novità nel panorama televisivo italiano, una novità spesso anche duramente criticata. Celebre la polemica innescata da Delusa di Vasco Rossi, canzone in cui il rocker attaccava Boncompagni e il programma. La risposta all'attacco fu la sigla della terza stagione Affatto deluse, in cui si consigliava a chi non era interessato alla trasmissione di cambiare emittente o di leggere un quotidiano.
Non è la Rai innescò anche un aspro dibattito sulle adolescenti in tv e fu oggetto di molte critiche da parte delle associazioni dei genitori e della Chiesa, che contestavano l'immagine della figura femminile offerta, a loro parere negativa. Resta il fatto, che il programma divenne un fenomeno imponente tra i più giovani, dalle ragazzine che sognavano di diventare i nuovi volti del varietà, ai fan che si accalcavano davanti agli studi di Roma per strappare un autografo alle coetanee viste in tv.