Suor Cristina, le immagini della vittoria a "The Voice"
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La cantante, che oggi ha abbandonato il velo, ha voluto ricordare come la spinta riformatrice di Francesco su decisiva per la sua decisione di partecipare al talent
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C'è qualcun altro che vuole ringraziare Papa Francesco, scomparso il 21 aprile. È Cristina Scuccia, che nel 2014, quando ancora portava il velo e si chiama Suor Cristina, partecipò alla seconda edizione di "The Voice of Italy" stupendo tutti e vincendo. "Ho partecipato a 'The Voice' grazie a Papa Francesco - racconta lei all'agenzia Adnkronos -. Sin dall'inizio del suo Pontificato, invitò tutti i consacrati, gli uomini e le donne dalla Chiesa a uscire dai conventi, ad aprire le porte per raggiungere le periferie del mondo. Dunque ci sentivamo chiamati in causa. E così, quando è arrivata la chiamata della redazione, l'ho percepita come un segno: far arrivare la parola di Dio dove di solito non c'è".
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Oggi Cristina Scuccia ha cambiato vita. Abbandonata la vita religiosa, ha ricominciato da capo, cercando sempre un suo spazio nel mondo della musica con il singolo "La felicità è una direzione", mentre di recente si è cimentata nel ruolo di coach dei talent show "Io canto Generation", "Io canto Family" e "Io canto Senior" su Canale 5. Nel 2023 invece ha partecipato all'"Isola dei Famosi". Ora, nei giorni dell'addio a Papa Francesco, Cristina ha ripensato a quanto il Papa sia stato importante nel suo percorso. "Qualche giorno fa, riguardavo le foto dell'incontro con il Santo Padre - continua -, eravamo in tanti ma lui era lì ad ascoltare le storie di tutti. Ricordo di aver avuto la possibilità di regalargli il mio primo album e di avergli raccontato della mia decisione di partecipare al talent show per mandare un messaggio".
Cristina è stata sempre una grande ammiratrice di Papa Francesco, di cui ha ammirato la semplicità e l'aprirsi al mondo in modo diretto. "Quando è stato eletto ricordo che fu come una boccata d'ossigeno, non solo per me - dice -. Credo anche per la Chiesa. Perché in quel momento il mondo aveva bisogno di una figura come la sua, che ha sempre prediletto la misericordia. A colpirmi del Pontefice è stata la semplicità nei gesti e nel linguaggio. Si relazionava alle persone, ma anche nelle sue omelie, in modo diretto. La chiave vincente è stata proprio la sua autenticità".