Nella quarta puntata dello show, i giudici sono protagonisti di un numero davvero incredibile
Maria De Filippi, Gerry Scotti, Rudy Zerbi e Teo Mammucari sono i protagonisti del numero messo in scena da James, 27 anni, mentalista a "Tu Sì Que Vales". "Leggo la mente delle persone come se fosse un libro. Lo faccio per dimostrare al mondo che aldilà delle apparenze fisiche, quando ragioniamo siamo molto più simili di quanto pensiamo". Dopo aver stabilito che Gerry Scotti è il giudice più "difficile da condizionare", James gli assegna la lettera A chiedendogli di dare le restanti lettere ai giudici e di posizionarli davanti a degli oggetti: una moneta, due dadi, un cubo di Rubik e un palloncino.
Assegnati gli oggetti, il giovane mentalista prova a fare un esperimento, leggendo nella mente dei giudici. Partendo dall'oggetto più semplice, la moneta, James chiede a Teo Mammucari di pensare a un gatto se l'oggetto è nella mano sinistra, e a un topo se tiene la moneta nella mano destra. Senza pensarci due volte il giovane gli dice: "Stai pensando a un gatto, è esatto?"
Quando arriva il turno di Maria De Filippi, James le chiede di lanciare il dado, guardare il numero e coprirlo con la mano. Così per due volte. Ancora una volta il giovane mentalista non sbaglia, i numeri pescati da Maria sono 4 e 2.
La prova del cubo di Rubik è la più difficile ed è affidata a Rudy Zerbi che con gli occhi chiusi deve riuscire a completare tutti i lati del cubo. La prova non riesce ma per James quella è la soluzione giusta. Il ventisettenne apre la scatola nera che ha davanti e tira fuori un altro cubo di Rubik. Con grande stupore dei giudici e del pubblico i due cubi presentano ben sei facce uguali.
"Tanta roba ragazzi!" Esclama Gerry Scotti che chiude il numero scoppiando un palloncino con all'interno un messaggio: "Se non sono riuscito a condizionare il giudice A nelle scelte di posizione gli altri davanti agli oggetti, vuol dire che quello che vi dico dall'inizio del numero è vero. Dovremmo smettere di concentrarci sulle nostre differenze e capire che siamo tutti più simili di quanto vogliamo ammettere a noi stessi". L'esibizione "vale" per i giudici e per il pubblico che esprime il 90% delle preferenze.