"Twin Peaks", dalla serie originale al revival del 2017: le foto
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A partire da gennaio 1991 Canale 5 trasmise la serie di David Lynch che avrebbe rivoluzionato il mondo della serialità
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Nella storia della serialità televisiva c'è un prima e un dopo "Twin Peaks". Andata in onda negli Stati Uniti per la prima volta l'8 aprile del 1990, la serie ideata e (in gran parte) diretta da David Lynch, scomparso il 16 gennaio a 78 anni, arrivò in Italia a inizio gennaio 1991, trasmessa da Canale 5, creando un vero e proprio fenomeno non solo televisivo. E nulla sarebbe stato più lo stesso. Già regista cinematografico di culto Lynch irrompeva con "Twin Peaks" nel mezzo televisivo alla sua maniera: riscrivendo regole, ignorandone deliberatamente altre e curando tutto al minimo dettaglio come nel cinema di più alto livello.
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Si può dire che fu proprio "Twin Peaks" a marcare la cesura tra il mondo dei telefilm, come venivano abitualmente definite all'epoca le produzioni destinate alla televisione, e le serie come le conosciamo e consideriamo oggi. Ideata da Lynch con Mark Frost, "I segreti di Twin Peaks" mescola abilmente il giallo al dramma con elementi soprannaturali. Un mix perfetto per tenere legati gli spettatori, tanto più che a differenza del passato, non si tratta di un prodotto a episodi autoconclusivi ma di una narrazione che si sviluppa episodio dopo episodio, con una profonda caratterizzazione dei personaggi. Molti dei quali interpretati da attori feticcio di Lynch, come Kyle MacLachlan e volti nuovi che diventarono ben presto iconici, come Sherylin Fenn, Lara Flynn Boyle e Joan Chen.
La serie in Italia fu trasmessa da Canale 5, andando in onda al termine di una campagna di marketing senza precedenti caratterizzata dallo slogan "Chi ha ucciso Laura Palmer?". Il giallo da risolvere e il fascino della cittadina piena di misteri (amplificato dalla suggestiva colonna sonora di Angelo Badalamenti) suscitò grandissima attesa nel pubblico che si tradusse in un risultato di ascolto clamoroso, con l'episodio pilota seguito da oltre 10 milioni di telespettatori, un risultato impensabile ai giorni nostri. Tanto più straordinario considerata l'atipicità del prodotto, non certo ascrivibile alla categoria pop dei grandi successi alla "Dallas". Come già accaduto negli Stati Uniti con il passare delle puntate, in cui aumentavano anche gli elementi surreali e onirici tipici dell'opera di David Lynch, il seguitò si assottigliò senza però che il peso della serie nella cultura e nella storia della tv diminuisse.
A più di 30 anni dal suo debutto, "Twin Peaks" continua a essere studiata e amata, rappresentando una pietra miliare della televisione mondiale e un esempio di come la sperimentazione possa portare a risultati straordinari. In Italia, il suo impatto si riflette ancora oggi nell’interesse per il genere mystery e nelle produzioni che cercano di riprodurne l’atmosfera enigmatica e suggestiva. Senza la serie di David Lynch non sarebbero esistite così come le conosciamo serie culto arrivate negli anni a seguire, da "X-Files" a "Lost", da "True Detective" a "Black Mirror" e "Riverdale". Forse qualcuno nato dopo il 2000 vedendola oggi per la prima volta potrebbe commentare che in "Twin Peaks" non c'è nulla che non sia già stato visto: ma la cosa importante è che prima del 1990 non si era mai visto nulla del genere.