Ospiti dell'appuntamento Paola Frassinetti, sottosegretario di Stato al ministero dell'Istruzione e del Merito, Matteo Lepore, sindaco di Bologna, e Giovanni Molari, rettore dell'Università di Bologna
Come in ogni tappa di "Tgcom24Tour", il format itinerante di Tgcom24 che porta l'informazione economica sul territorio, nell’appuntamento di Bologna, le istituzioni si sono messe a confronto su formazione e istruzione. Infatti, nella prima tavola rotonda "Istituzioni a confronto, dialogo con Paolo Liguori", il direttore ha dialogato su questi temi con Paola Frassinetti, sottosegretario di Stato al ministero dell'Istruzione e del Merito, Matteo Lepore, sindaco di Bologna, e Giovanni Molari, rettore dell'Università di Bologna.
Gli interventi del governo in merito - "Come ministero dell'Istruzione e del Merito, stiamo intervenendo su tanti settori strategici dell'istruzione. Prima cosa, secondo me, per importanza, è stato il potenziamento del sistema dell'orientamento, che è un presupposto fondamentale per le scelte dei nostri ragazzi e un modo per contrastare la dispersione scolastica e l'abbandono scolastico. Quindi, fondi sull'orientamento, sulle nuove linee guida, previsione di un docente tutor e un docente orientatore per poter intervenire con dei progetti personalizzati sugli studenti che hanno più bisogno. E poi una riforma della filiera professionale e tecnica che dovrebbe entrare in vigore a breve, con una formula 4+2, cioè si toglie un anno, si fanno 4 anni professionali e tecnici e si aggiungono 2 anni di Its, l'istruzione tecnica superiore. Questo per agevolare l'ingresso dei nostri giovani nel mondo del lavoro e affinché i ragazzi acquisiscano delle competenze qualificate attrattive per le imprese che come sappiamo hanno anche esigenze nuove. Ci sono delle occupazioni nuove che prendono piede e che è bene che trovino i nostri ragazzi pronti e preparati per poterle interpretare", spiega il sottosegretario.
"Poi, naturalmente, abbiamo anche investito sul potenziamento delle Stem, soprattutto per quanto riguarda l'istruzione delle ragazze perché avevamo colto un certo divario in questo settore. Ci sono 600 milioni di risorse del Pnrr da investire sull'incremento di questo campo. Altro filone importante è il settore dell'innovazione tecnologica e digitale, che cerchiamo di supportare in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale", aggiunge Frassinetti.
L'importanza dell'orientamento - E, a proposito di orientamento, Molinari sottolinea che "sono arrivati tanti fondi dal Pnrr per aumentarlo. Lo stiamo facendo in maniera ampia e diffusa con tutte le scuole del territorio. Credo che sia la strada migliore".
Il problema degli alloggi - "Degli abitanti di Bologna, 100mila vivono e lavorano nell'ambito della ricerca, dello studio e dell'innovazione e 100mila in quello della manifattura. Abbiamo raggiunto un pareggio. Le due cose spesso si intrecciano. Il supercalcolatore che è arrivato tra noi con l'investimento unico dell'Unione europea di 350 milioni di euro ci rende la città italiana avamposto nell'ambito dell'intelligenza artificiale e di tutta la filiera dei microchip. Quindi, investire sulla città in questo settore è una politica europea, neanche più territoriale. Tutto ciò che può fare il governo sull'innovazione, sull'incentivo a iscriversi all’università per noi è importante. Serve, però, anche salvaguardare il diritto allo studio, sul fronte della tensione abitativa le città hanno altrettanto bisogno di politiche nazionali", sottolinea Lepore.
"L'Università di Bologna resta molto attrattiva: il 60% dei nostri studenti viene da fuori regione e più del 10% è costituito da studenti internazionali. In questo momento, uno dei problemi principali qui è avere una maggiore disponibilità di alloggi, perché la città di Bologna è una città attrattiva di per sé, abbiamo tante realtà che si sono inserite in questo territorio e con l'aumento dei B&B il tema è molto sentito", aggiunge Molinari sul tema.
"Negli ultimi 10 anni Bologna è cresciuta in popolazione. Abbiamo moltissimi giovani sotto i 30 anni che vengono a studiare e a lavorare. Bologna ha una disoccupazione al 3%. Da un certo punto di vista sono orgoglioso di questi dati. Tuttavia, l’altra faccia della medaglia è che i giovani scappano da altre regioni, che l'Italia non è tutta uguale, che le opportunità per studiare, vivere, pagare l'affitto o lavorare in molte regioni d'Italia non ci sono. È il motivo per cui città come Bologna attirano così tanti giovani italiani. È necessario mettere in campo le risorse che servono a garantire la vita dei cittadini nelle regioni del Centro, del Sud e delle aree interne del nostro Paese. Da questo punto di vista, i fondi sulla casa, sulla sanità, sugli asili nido, sugli enti locali, che sono lasciati soli nei territori, sono molto importanti. Non si può distogliere lo sguardo da tutto ciò, altrimenti gli enti locali più ricchi attireranno sempre di più, ma a un certo punto non riusciranno più a essere ascensore sociale del Paese e le aree interne o alcune regioni del nostro Meridione si spopoleranno. Le politiche nazionali sono fondamentali. Oggi i Comuni hanno solo fondi europei per fare politiche attive. I fondi nazionali mancano", aggiunge il sindaco di Bologna.
"Credo serva un piano casa nazionale - conclude Lepore -. Non tutti i Comuni hanno le risorse per poter realizzare nuove case, ma soprattutto i Comuni non vanno lasciati soli rispetto ai flussi globali. Le piattaforme che oggi negoziano la condivisione delle case per i turisti non hanno sede legale in Italia. Pagano le tasse a fatica nel nostro Paese, qualcuno neanche lo fa, il governo adesso sta introducendo una nuova legislazione sulle piattaforme, un primo timido passo. Una proposta positiva sarebbe quella di restituire alle città quello che viene prelevato. Inoltre, per il problema degli alloggi si potrebbero sfruttare le aree dismesse nelle nostre città".
Istruzione e merito - "Secondo me, ultimamente si è abbassata un po' troppo l'asticella dell'apprendimento, della valutazione. Io interpreto il merito come la possibilità di far andare avanti gli studenti capaci e meritevoli che non hanno le possibilità economiche. Per me il faro è l'articolo 34 della Costituzione, purtroppo molte volte poco attuato. Tutti devono partire dallo stesso punto e poi chi ha talento e si impegna di più deve andare avanti. Non si tratta di un discorso che alimenta le diseguaglianze sociali, ma che semmai alimenta la condivisione di essere a supporto dei ragazzi che hanno talento e che devono quindi continuare a impegnarsi per la collettività nelle materie nelle quali eccellono", prosegue Frassinetti.
Aumentare il numero dei laureati - Molinari ha parlato di possibili soluzioni per aumentare il numero dei laureati: "L'orientamento resta la strada maestra per far conoscere i percorsi di studi a tutti. Altra soluzione per cercare di aumentare il numero dei laureati è quella delle lauree professionalizzanti. Un'altra cosa che secondo me si può fare - e che noi abbiamo cercato di fare - è ridurre o togliere i numeri chiusi per tutte le lauree su cui in questo momento non abbiamo problemi di numeri e di capienza".