"La sfida non è più soltanto con Cina e India. Oggi la competizione più significativa è con gli Stati Uniti", ha aggiunto il ministro
"Ci vuole una vera e significativa politica industriale europea, che sia anche sociale e ambientale". Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso durante la seconda tavola rotonda della tappa di Bologna di "Tgcom24Tour". "La sfida non è più soltanto con Cina e India. Oggi la competizione più significativa è con gli Stati Uniti, i quali hanno realizzato una serie di iniziative – a cominciare da quella energetica – che mette le loro imprese in vantaggio competitivo (il prezzo del gas è a 20 dollari)", ha sottolineato Urso per poi ricordare che "gli Usa vendono il gas all'Europa a 140 dollari, 7 volte di più. È un vantaggio competitivo impossibile da sostenere". "Bene intanto la carbon tax che oggi è passata in Europa, è un segno importante", ha aggiunto.
"Su gas inadempienza Ue" - "Quella messa in campo è la prima manovra di un governo di 5 anni che ha dovuto fronteggiare la Caporetto dell'energia. L'Europa è ancora ferma. Il precedente governo e anche noi - che ai tempi eravamo all'opposizione - già a maggio avevamo chiesto di intervenire con misure europee, con un tetto al prezzo del gas e un disaccoppiamento. Non è stato fatto nulla e ancora oggi l'Ue non è in condizione di decidere. Noi con la manovra abbiamo destinato 21 miliardi per fronteggiare l'emergenza energetica e sostenere così imprese e famiglie italiane con misure da qui "a marzo-aprile - ha dichiarato Urso -. Ci aspettiamo che nel mentre l'Europa faccia quello che deve fare per contenere il prezzo dell'energia".
"Inoltre, abbiamo ripristinato il taglio di due punti del cuneo fiscale e di un punto in più per i salari più bassi. La rotta che il governo ha indicato è rivolta alle imprese e alle famiglie, con una particolare attenzione ai più deboli. Perché noi puntiamo alla coesione sociale", ha continuato.
"Purtroppo, in questi 10 anni, diversamente da quanto accaduto in altri Paesi europei, i divari sono aumentati: tra Nord e Sud, tra ricchi e poveri e di aspettativa tra giovani e anziani. Il Sud è sempre più indietro, il divario aumenta e non possiamo permettercelo. È nel Sud che può realizzarsi lo sviluppo italiano. Tanto più alla luce di quello che è accaduto in questi mesi con la guerra. È come se Mosca avesse rialzato il muro di Berlino. E quindi anche la Germania, i Paesi del Nord Europa oggi sanno che devono guardare a Sud per rifornirsi di energia, attraverso la rete di gasdotti italiani e di rigassificatori. Ma non solo, il futuro della nostra Europa è inevitabilmente al Sud, verso il Mediterraneo, il Medio Oriente e l'Africa", ha concluso il ministro.