il confronto

"Tgcom24Tour" a Firenze, energia e inflazione: lo scenario competitivo per le imprese

Ospiti dell'appuntamento: Annarita Cicciarelli, direttore marketing di Ruffino; Ernesto Ciorra, direttore Innovability di Enel; Luca Benvenuti, amministratore delegato di Unoaerre; Dino Passeri, direttore generale di Distretti Ecologici; Luca Lastrucci, direttore generale di Menarini; Francesca Mariotti, direttore generale di Confindustria; Luigi Lazzareschi, amministratore delegato di Sofidel

09 Nov 2022 - 17:16

"Energia e inflazione: lo scenario competitivo per le imprese". È il tema su cui si sono confrontate le imprese del territorio durante la seconda tavola rotonda della tappa di Firenze di "Tgcom24Tour". Hanno partecipato al dibattito, moderato da Dario Donato, Annarita Cicciarelli, direttore marketing di Ruffino; Ernesto Ciorra, direttore Innovability di Enel; Luca Benvenuti, amministratore delegato di Unoaerre; Dino Passeri, direttore generale di Distretti Ecologici; Luca Lastrucci, direttore generale di Menarini; Francesca Mariotti, direttore generale di Confindustria; Luigi Lazzareschi, amministratore delegato di Sofidel.

"Le previsioni non sono rosee. Il nostro centro studi ha stimato per il 2023 una crescita zero. Questo preoccupa tanto. Le imprese stanno vivendo una multicrisi perché dalla pandemia si è aggiunta una crisi inizialmente derivante dallo shortage e dal rincaro delle materie prime e ora una acuita crisi energetica. Quest'ultimo tema, che è sicuramente tra le priorità di questo periodo per l'industria, è un tema che nasce già da metà aprile 2021, derivante un po' anche all'epoca da una ripresa simmetrica dal post Covid nel mondo. Certamente la guerra in ucraina ha acuito certe fragilità e ha messo in evidenza determinate debolezze. L'industria italiana patisce di più rispetto a quella europea perché l’energia elettrica consumata da noi è per il 49% prodotta da gas, una percentuale che pesa moltissimo. Inoltre, il 96% di questo 49% è un gas importato, prevalentemente da un forniture russo che oggi è poco affidabile", spiega Mariotti.

Quanto è difficile ora fare impresa per le aziende? - "Questo è uno dei momenti più difficili, almeno per quanto riguarda la mia esperienza, ormai più che trentennale. In questo momento, ci sono tre aree trasversali e comuni a tutto il mondo dell'impresa: l'aumento dei costi energetici, l'inflazione e mancanza di alcune figure professionali. Il predominante per noi in questo momento è l'energia. Il settore cartario è il settore che consuma più gas in Italia. È probabilmente l'industria più energivora sul panorama italiano. Giusto per dare un numero: soltanto parlando di Italia, l’incremento dei costi energetici è dell'ordine di 100 milioni all’anno su una media degli ultimi cinque anni di 20. Livelli di cinque volte tanto quelli del 2019. Costi che non si possono abbattere facilmente. Hanno bisogno di soluzioni importanti e a volte anche difficili da prendere", dichiara l'amministratore delegato di Sofidel (uno dei più grandi produttori di carta a uso domestico). 

"Le crisi sono in grado di distinguere chi reagisce alla crisi da chi si è mosso prima della crisi. La crisi è molto democratica: palesa la capacità di innovare e la valorizza e penalizza chi non ha voluto innovare prima. Le faccio un esempio. Noi abbiamo adottato lo smart working nel 2015. Tutti i colleghi dell'Enel avevano un giorno alla settimana di smart, i computer e tutte le infrastrutture in cloud. Quando c'è stato il lockdown non abbiamo avuto nessun problema, tranne la tristezza per la malattia e il disagio per l'isolamento. È stato un grande accelerata del cambiamento. Stesso discorso per l'energia. Negli anni, noi abbiamo spinto centinaia di migliaia di clienti a sottoscrivere offerte a prezzo fisso che cautelassero nel caso di fluttuazioni delle commodity da cui dipendiamo. Chi lo ha fatto non ha avuto aumenti. Inoltre, abbiamo fatto una serie di programmi per aiutare paesi e cittadine a dotarsi di comunità energetiche. Bisogna incentivi a gas e fossili e incentivare le rinnovabili. Noi stiamo incentivando il Paese ad assumere fossili sapendo che sono soggette a fluttuazione di mercato; il sole, il vento e l'acqua no. Rendiamoci indipendenti non solo dal gas russo, dal gas punto", commenta Ciorra.

"In questo momento il mercato è spaccato: se da una parte il desiderio è quello di fare una transizione energetica, andare verso le rinnovabili, il futuro, dall'altra la situazione politico-amministrativa non rende semplice questo processo. Un esempio su tutto è il Superbonus. C'è sempre una difficoltà. Per quanto riguarda le comunità energetiche, siamo ancora alle vecchie regolamentazioni, sono state fatte le nuove ma non ci sono i decreti attuativi. Si parla di piccole comunità quando si potrebbero fare grandi interventi. Sarebbero una soluzione a tante realtà, se ci andassimo a lavorare renderemmo quasi indipendenti degli interi comparti", afferma Passeri.

"La situazione di Menarini è molto difficile, specialmente in Italia. La filiera di un'azienda farmaceutica è lunghissima: dai principi attivi ai trasporti fino confezionamento e alla distribuzione. Quindi il problema non è solo l'energia. Ci sono aumenti per tutte le materie prime. Ovviamente, però, Menarini rimarrà viva. Ci siamo organizzati per tempo, andando in 140 Paesi e ora aprendo il mercato agli Stati Uniti", sottolinea Lastrucci.

"Dal punto di vista della gestione delle problematiche attuali, chiaramente c'è il tema dell'acqua. Essendo noi una realtà vinicola, quindi una produzione agricola, la utilizziamo in ogni fase di produzione. Cerchiamo di dare alla pianta l'acqua giusta al momento giusto nel posto giusto nella quantità giusta per evitare lo stress idirico. Quindi siamo sempre alla ricerca di nuovi impianti tecnologici. Al tempo stesso, abbiamo anche il problema degli eventi atmosferici violenti. In questo caso, poco possiamo fare però cerchiamo di prendere quest'acqua, convogliarla in bacini e riutilizzarla", dice Cicciarelli.

"Lo stress competitivo alimentato dall'aumento dei costi - non solo dell'energia - ha comportato un aumento generalizzato dei nostri materiali di consumo. Per non parlare dei metalli preziosi. Siamo abituati a vivere in questa generale incertezza. Siamo una produzione in cui la finanza è fondamentale, visto il valore intrinseco della nostra principale materia prima, quindi dobbiamo sopportare queste dinamiche", conclude Benvenuti.

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