I dati mostrano un peggioramento delle condizioni di salute del cavo orale e delle abitudini in materia di prevenzione. Eppure la salute della bocca è strettamente correlata alla salute a 360 gradi.
I dati della più grande ricerca epidemiologica mai realizzata in Italia, condotta dalle Università di Milano e Berna su un campione di 30 mila italiani, mostrano un peggioramento delle condizioni di salute del cavo orale e delle abitudini in materia di prevenzione. Gli oltre 18 mesi di pandemia hanno avuto un forte impatto negativo sulle abitudini degli italiani in termini di prevenzione e cure.
La proposta del Presidente dell'Associazione Nazionale Dentisti Italiani, Carlo Ghirlanda: “E’ necessario agire subito e insieme. Solo il supporto e l’attivazione di tutte le parti coinvolte, in particolare delle Istituzioni, può creare una reale cultura della prevenzione a 360° e dare un aiuto concreto alla popolazione sul territorio”.
Gli oltre 18 mesi di pandemia hanno avuto un forte impatto negativo sulle abitudini degli italiani in termini di prevenzione e cure, anche per quanto riguarda la salute orale: circa un terzo degli italiani si è rivolto al proprio dentista solo per “urgenze” contro solo poco più di un quarto degli accessi per controlli di routine. Una percentuale che nel Sud supera il 40% dimostrando come l’emergenza sanitaria abbia penalizzato in modo consistente l’accesso alla prevenzione e alle cure odontoiatriche, anche a causa della crisi economica. È questa la prima fotografia della più grande ricerca epidemiologica mai realizzata in Italia dalle Università di Milano e Berna1 in collaborazione con ANDI e il supporto di Mentadent, presentata nel corso dell’inaugurazione del 41° Mese della Prevenzione Dentale, l’unico programma di prevenzione odontoiatrica attivo in Italia fin dal 1980 e frutto di una partnership consolidata tra ANDI – Associazione Nazionale Dentisti italiani e Mentadent (brand del gruppo Unilever).
Un’attenzione particolare è stata riservata alle persone appartenenti alle categorie più 1 Valutazione indiretta dei bisogni di salute orale della popolazione italiana, 2021 fragili, gli anziani e le persone con disabilità in primis, ma anche a tutti coloro che per difficoltà economiche o mancanza di informazioni non riescono ad accedere alle cure. Il supporto del Mese della Prevenzione Dentale è ancora più significativo nel contesto post Covid-19: come dimostrano i risultati della ricerca, la pandemia ha avuto forti ripercussioni sulla prevenzione a 360°, accentuando le forti disparità sociali: “I dati di questa ricerca epidemiologica sono ancora parziali” – afferma il professor Guglielmo Campus, dell'Università di Berna – “Eppure sono in grado di descrivere e sottolineare quanto i problemi dentali e parodontali siano ampiamente diffusi nella popolazione italiana, quanto siano significativi gli squilibri all’interno della popolazione e tra Nord e Sud e quanto ancora oggi la prevenzione delle patologie del cavo orale in Italia sia un capitolo aperto”.
Attraverso l’impostazione delle corrette abitudini fin da piccolissimi, l’igiene orale può diventare la “madre” di tutte le prevenzioni. “E’ cruciale raggiungere le persone, informarle e al contempo sensibilizzarle sul fatto che la salute del cavo orale è strettamente correlata alla salute a 360° e che la prevenzione è un vero e proprio investimento sul benessere complessivo della persona" prosegue Evangelista Giovanni Mancini, Presidente Fondazione ANDI ONLUS.
I numeri mostrano la necessità di fare un passo oltre, di siglare un rapporto di collaborazione attiva tra privato, pubblico e Terzo Settore. I risultati della ricerca epidemiologica mostrano infatti che persiste un forte gap di informazione: “La percezione del sanguinamento gengivale ci dà un riscontro immediato del problema” – spiega la profesoressa Maria Grazia Cagetti, Università di Milano – “Più della metà dei soggetti esaminati sia nel Nord-est sia nelle isole ha sanguinamento gengivale con valori appena più bassi nelle restanti aree. Al crescere dell’età degli esaminati, cresce di pari passo il sanguinamento gengivale come la prevalenza di tasche parodontali. Incredibilmente solo poco più del 2% del campione ha affermato di avere sanguinamento dalle gengive contro un riscontro del 46% da parte dell’odontoiatra”.
Il Mese della Prevenzione Dentale rafforza così la propria missione e si pone al servizio di un obiettivo ancora più ambizioso e di una sinergia ancora più forte. “La visione ‘olistica’ della prevenzione è nel nostro DNA e parte proprio dalla convinzione che la prevenzione sia propedeutica al benessere della persona. È uno dei pochi esempi di prevenzione che può iniziare e ha senso imparare ad applicare sin da piccoli, che può influenzare la ‘cultura generale della prevenzione’ – conclude Fulvio Guarneri, Presidente di Unilever Italia –. Oggi più che mai come azienda sentiamo la responsabilità di portare avanti il lavoro iniziato 41 anni fa. Sentiamo con ancora maggiore urgenza la necessità di dare un aiuto concreto in termini di accesso alle cure, ma anche nel diffondere le corrette informazioni in termini di prevenzione. In questo senso, siamo convinti che il Mese della Prevenzione Dentale, rappresenti un terreno fertile per diffondere questo messaggio e questa cultura. Ancora una volta, siamo orgogliosi di lavorare a questo progetto con ANDI e Fondazione ANDI”.