per l'impegno nelle carceri

Allo chef Filippo La Mantia il "Premio Artusi 2024"

Dalla detenzione in carcere (per errore) alle cucine più prestigiose del mondo, la storia di riscatto dello chef. La premiazione Sabato 19 ottobre a Forlimpopoli

17 Ott 2024 - 17:30
Filippo La Mantia, riapre il ristorante: "Sono impetuoso, ci sto provando. Non mi aspetto niente da nessuno" © Da video

Filippo La Mantia, riapre il ristorante: "Sono impetuoso, ci sto provando. Non mi aspetto niente da nessuno" © Da video

Va allo chef Filippo La Mantia il "Premio Artusi 2024". Il riconoscimento gli verrà consegnato sabato 19 ottobre a Casa Artusi, a Forlimpopoli, nel Forlivese, "per il suo grande impegno - spiegano gli organizzatori del Premio - volto a mettere al centro la cucina come veicolo di pace, solidarietà e tolleranza, con particolare riferimento al mondo delle carceri italiane".

La premiazione

 Alla cerimonia saranno presenti, tra gli altri, Milena Garavini, sindaca di Forlimpopoli; Laila Tentoni, presidente di Casa Artusi; Sandro Gallo, referente Associazione Prisonfelloship dell'Emilia-Romagna; Lia Benvenuti, direttrice dell'agenzia formativa di Forlì-Cesena Technè; Roberto Morgantini, fondatore delle cucine popolari di Bologna. A coordinare l'evento Andrea Segrè del Comitato Scientifico Casa Artusi e docente dell'Università di Bologna mentre sarà, l'assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini a consegnare il Premio al celebre chef. La Mantia è protagonista del progetto "L'altra cucina, per un pranzo d'amore", organizzato assieme a Prison Fellowship e dedicato a portare nelle carceri la valorizzazione della cucina, della sua biodiversità e della convivialità nel rispetto dell'essere umano privato della libertà. Dal 1997 la Città di Forlimpopoli, in onore del concittadino Pellegrino Artusi, autore de 'La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene' assegna un Premio a un personaggio che, a qualsiasi titolo, si sia distinto per il contributo dato alla riflessione sui rapporti fra uomo e cibo. Prima di La Mantia, hanno ricevuto il riconoscimento: PizzaAut (2023), Pupi Avati (2022), Comunità Sant'Egidio (2021), Paolo Lopriore e Rosa Soriano (2020), Lidia Bastianich (2019), Josè Graziano da Silva (2019), Antonio Citterio (2017), Carlo Petrini (2016), Alberto Alessi (2015), Enzo Bianchi (2014), Mary ann Esposito (2013), Andrea Segrè (2012), Oscar Farinetti (2011), Don Luigi Ciotti (2010), Serge Latouche (2009).

Dal carcere ai ristoranti stellati

 Filippo La Mantia nasce a Palermo nel 1960. Fin da giovanissimo avrebbe coltivato la passione per la cucina, iniziando a preparare i primi piatti da adolescente, ma ben prima di diventare un cuoco, lavora come fotoreporter. Suoi sono gli scatti dell'omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, finiti su tutti i giornali. Nel 1986 avviene un episodio che cambia la sua vita: l’anno prima la mafia uccide il commissario di polizia Ninni Cassarà e gli spari partono da un appartamento di cui lui risultava essere l'ultimo affittuario registrato. Da mesi, però, ha lasciato quella casa. Finisce dunque in carcere per errore, 7 mesi di ingiusta detenzione: “Un’esperienza così non puoi cancellarla e buttartela alle spalle. È un cassetto che ho chiuso per sempre”, rivelerà in seguito a Panorama. In carcere inizia a cucinare per i compagni di cella. Una volta uscito, questa diventerà la sua professione ma la “cucina nelle case circondariali” rimarrà un progetto vivo nel tempo. È proprio il progetto: “L’altra cucina, per un pranzo d’amore”, organizzato assieme a Prison Fellowship e per il suo impegno a portare nelle carceri la valorizzazione della cucina al centro del riconoscimento della Città Artusiana.

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