le parole della finanza

Cos'è la Borsa, come funziona, a cosa serve e perché non brucia davvero nulla

Chi sono i protagonisti delle compravendite e perché, quando crollano i listini, nessun patrimonio va realmente in fumo

07 Apr 2025 - 18:57
 © Istockphoto

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Gli addetti ai lavori della finanza hanno annunciato che, nei giorni successivi all'annuncio di Donald Trump sui dazi reciproci, sono stati "bruciati" 9.500 miliardi di dollari sui mercati globali. Questa espressione colorita evoca immagini di denaro che va letteralmente in fiamme, ma la realtà è ben diversa. Nessun incendio divampa nei palazzi della finanza di Wall Street o Piazza Affari. Vediamo allora cosa succede davvero quando i mercati finanziari crollano e perché parlare di miliardi "bruciati" è una metafora fuorviante.

Cos'è una Borsa

 La borsa valori non è un accessorio di moda, ma un mercato regolamentato dove vengono scambiati "pezzi" di aziende e altri strumenti finanziari. Il nome "Borsa" ha un'origine storica affascinante: deriva dalla famiglia Van der Bourse, mercanti del XV secolo che nella loro casa di Bruges, in Belgio, organizzavano incontri per stabilire i prezzi delle merci.

In sostanza, la borsa funziona come un grande mercato virtuale dove, anziché prodotti agricoli o manufatti, si scambiano titoli. Questi titoli rappresentano frazioni di aziende (azioni) o prestiti concessi ad aziende e Stati (obbligazioni).

La borsa assolve a due funzioni fondamentali nell'economia moderna:

  • Consente alle aziende di raccogliere capitali vendendo quote di proprietà
  • Offre agli investitori l'opportunità di partecipare alla crescita delle imprese

Un altro aspetto cruciale è la liquidità che la borsa garantisce: gli investitori possono rivendere facilmente i titoli quando lo desiderano, opportunità che non esisterebbe se il capitale fosse immobilizzato, per esempio, in un'attività commerciale non quotata.

Non una ma tante Borse

 Contrariamente a quanto molti pensano, non esiste la Borsa al singolare. Nel mondo esistono decine di borse importanti, ognuna con le proprie regole e specializzazioni, ciascuna rappresentata da un indice che ne riassume l'andamento. Ecco alcune delle Borse più citate:

  • La Borsa di New York (il cui acronino è NYSE, New York Stock Exchange), la più grande del mondo, il cui indice principale è il Dow Jones Industrial Average che monitora l'andamento delle 30 maggiori società americane
  • Il Nasdaq, la borsa elettronica americana con sede a New York, specializzata in aziende tecnologiche, rappresentata dall'indice Nasdaq Composite che include oltre 3.000 società.
  • La Borsa di Tokyo con il suo indice Nikkei 225 che raggruppa le 225 società giapponesi più importanti.
  • La Borsa di Londra, dove l'indice FTSE 100 traccia l'andamento delle 100 aziende britanniche a maggiore capitalizzazione.
  • La Borsa Italiana (oggi parte del gruppo Euronext), il cui indice di riferimento è il FTSE MIB che racchiude le 40 società italiane più significative.

Ci sono anche indici che raggruppano le performance di più borse, come l'Euro Stoxx 50 che include le 50 aziende leader dell'Eurozona, o il MSCI World, che monitora l'andamento delle borse di tutto il mondo.

In Italia, fino agli anni '70, le borse erano controllate dallo Stato. Poi, gradualmente, sono diventate società private, vigilate dalla Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) che fa un po' da "arbitro" assicurando che tutti rispettino le regole.

Chi vende e chi compra le azioni sulle Borse

 Sul palcoscenico del mercato borsistico si muovono diversi attori, ognuno con il proprio ruolo:

Le società quotate: aziende che hanno deciso di aprirsi al pubblico degli investitori, frazionando la propria proprietà in azioni. Per essere ammesse alla quotazione, devono rispettare requisiti stringenti di trasparenza e solidità finanziaria.

  • Gli intermediari finanziari: possono operare come semplici mediatori (broker) che eseguono ordini per conto dei clienti, oppure come operatori in proprio (dealer) che comprano e vendono titoli utilizzando capitali propri. Offrono anche consulenza alle imprese e agli investitori.
  • Gli investitori istituzionali: sono grandi gestori di patrimoni come fondi pensione, compagnie assicurative e fondi comuni d'investimento, che movimentano ingenti capitali sui mercati.
  • I piccoli risparmiatori: persone fisiche che, direttamente o attraverso fondi d'investimento, destinano parte dei propri risparmi all'acquisto di azioni e obbligazioni.

Fino a qualche decennio fa, le contrattazioni avvenivano fisicamente all'interno di edifici dedicati, con operatori che si scambiavano segnali e gridavano le proprie offerte (il cosiddetto sistema "alle grida"). Oggi questo pittoresco scenario è stato sostituito da sofisticate piattaforme elettroniche: le transazioni avvengono in tempo reale attraverso reti telematiche, permettendo anche ai piccoli investitori di partecipare direttamente ai mercati finanziari.

Cos'è la capitalizzazione e perché i soldi "bruciati" non bruciano davvero

   Quando "la borsa ha bruciato miliardi" nessun falò è stato acceso nei saloni di Piazza Affari o Wall Street.

Facciamo un esempio concreto. Immaginiamo che un'azienda, tale SuperCar, abbia emesso 100 azioni, ognuna del valore di 10 euro. La sua "capitalizzazione" (cioè il valore totale delle sue azioni) è di 1.000 euro. Se domani, per qualche motivo (magari Donald Trump minaccia di mettere dazi sulle auto), il prezzo delle azioni scende a 9 euro, la capitalizzazione diventa 900 euro. Gli addetti ai lavori direbbero che "sono stati bruciati 100 euro". Ma questi soldi non sono svaniti nel nulla. Cosa è successo realmente?

Semplicemente, chi volesse vendere le sue azioni oggi, otterrebbe meno di quanto avrebbe ottenuto ieri. Ma se non vende, non perde niente di concreto. E soprattutto, se qualcuno ha venduto a 10 e un altro ha comprato a 9, il primo ha guadagnato e il secondo ha fatto un affare. Sui mercati finanziari infatti per qualcuno che perde valore, c'è qualcun altro che guadagna quel valore.

Il mercato borsistico è un complesso sistema di scambio dove si negoziano aspettative future e dove si ridistribuisce liquidità tra diverse categorie di operatori. Le perdite finanziarie effettive si materializzano solamente per gli investitori che cedono i propri titoli a un prezzo inferiore rispetto a quello di acquisto. Chi invece mantiene il proprio portafoglio durante le fasi di volatilità del mercato conserva la possibilità di recuperare il valore quando le condizioni miglioreranno. Molti investitori esperti, anzi, considerano i momenti di panico sui mercati come opportunità per acquisire titoli a prezzi vantaggiosi.

Perché si dice che il Mercato è Orso oppure Toro

 Nel linguaggio della borsa si usano due animali simbolici per descrivere le tendenze del mercato:

  • Il Toro (bull market): rappresenta un mercato in crescita. Il toro attacca dal basso verso l'alto, proprio come i prezzi che salgono.
  • L'Orso (bear market): simboleggia un mercato in calo. L'orso attacca dall'alto verso il basso, come i prezzi che scendono.

Quando si sente parlare di "mercato toro", significa che i prezzi stanno generalmente salendo e c'è ottimismo. Un "mercato orso" indica invece che i prezzi calano e prevale il pessimismo.

Azioni e obbligazioni, quali differenze

 Infine, è importante capire la differenza tra i due principali tipi di titoli:

  • Azioni: quando compri un'azione, diventi proprietario di un pezzettino di azienda. Se l'azienda va bene, il valore delle azioni sale e potresti ricevere parte dei profitti sotto forma di dividendi. Ma se va male, il valore può crollare.
  • Obbligazioni: sono essenzialmente prestiti. Tu presti soldi a un'azienda o allo Stato, e loro si impegnano a restituirteli dopo un certo periodo, con gli interessi. Le obbligazioni sono generalmente considerate più sicure delle azioni, ma offrono rendimenti potenzialmente inferiori. In sintesi: le azioni ti rendono proprietario, le obbligazioni ti rendono creditore.

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