Consumi sostenibili

Adotta un alveare e ricevi il miele a casa: l'iniziativa che ha già salvato 9 milioni di api

La startup 3Bee ha lanciato un progetto che permette di scegliere il tipo di fiori da impollinare e l'ecosistema da ripopolare. L'obiettivo è tutelare l'insetto impollinatore che rischia l'estinzione

23 Set 2020 - 12:55

"Se le api morissero, ci resterebbero solo quattro anni di vita": la frase di Albert Einstein non è stata confermata scientificamente, ma la biologia non ha dubbi nell'attribuire un ruolo fondamentale agli animali impollinatori all'interno degli ecosistemi. La  startup agri-tech 3Bee, fondata da Niccolò Calandri e Riccardo Balzaretti, consapevole della necessità proteggere questi insetti, ha dato il via all'iniziativa "Adotta un alveare"

L'importanza delle api - Le api, insieme agli altri insetti impollinatori, svolgono un ruolo molto importante per l’ambiente: circa il 90% delle piante da fiore ha bisogno di loro per riprodursi e continuare a garantire il funzionamento degli ecosistemi, la conservazione delle specie e della diversità biologica. Secondo il Quaderno di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) pubblicato in occasione della Giornata Mondiale delle Api 2020, una specie su dieci di api europee rischia l’estinzione e una specie su tre vede la propria popolazione in declino. Senza il lavoro svolto dalle api, gli ecosistemi e le economie mondiali subirebbero danni irreparabili.  

Adottare un alveare per ripopolare il pianeta - L'obiettivo dell'iniziativa di 3Bee è quello di dare la possibilità a privati e aziende di adottare un alveare per contribuire a ripopolare i nostri ecosistemi di questo insetto indispensabile per la biodiversità, permettendo al tempo stesso agli apicoltori di incrementare la produzione di miele e quindi continuare a tramandare il proprio mestiere. Per adottare un alveare, si deve accedere alla piattaforma online, scegliere la tipologia di miele, l’apicoltore che si prenderà cura delle api, la quantità di fiori che si vuole impollinare e il tipo di biodiversità che si desidera creare. Sarà poi possibile seguire online l’evoluzione dell'impollinazione e, al termine della stagione apistica, si riceverà il miele 100% artigianale prodotto dalle "proprie" api. 

Una rete di 2000 apicoltori in tutta Italia - "A oggi sono circa 70 le aziende con cui lavoriamo, sia piccole imprese che grossi brand di tutti i settori: industria alimentare, cosmesi, aziende farmaceutiche, banche, assicurazioni, multiutilities, aziende di moda, design, studi legali e aziende di trasporti e riciclaggio” spiega Niccolò Calandri, CEO di 3Bee, che ha creato un network di 2.000 apicoltori in tutta Italia. "Grazie a questa rete, abbiamo creato il programma di ricerca, sviluppo ed economia circolare chiamato “Adotta un alveare”. In seguito al successo del progetto e alle crescenti richieste abbiamo deciso di renderlo disponibile a tutte le imprese attente a tematiche green e di sostenibilità ambientale", continua. Gli apicoltori che aderiscono al programma vengono dotati di sistemi IoT di monitoraggio e del supporto tecnico necessario al loro corretto utilizzo. Gli alveari vengono fotografati, geolocalizzati e monitorati h24 da 3Bee e dall’azienda promotrice del progetto, grazie a un'app di monitoraggio da remoto. 

Già salvate oltre 9 milioni di api - Durante il lockdown, complice lo stop forzato alle produzioni industriali e una rinnovata sensibilità verso la tutela dell’ambiente, 3Bee ha registrato un picco di adesioni, con 20 aziende che hanno deciso di partecipare al programma “Pollinate the Planet”. Tradotto in numeri, questa adesione ha significato tutelare oltre 9 milioni e 600mila api in poco tempo. “Solo il 20 maggio, in occasione della Giornata Mondiale delle api, abbiamo registrato un picco di attenzione per il nostro progetto da parte della community online delle aziende, che ha portato alla protezione di 5 milioni e 490mila api con il sistema Hive-Tech, per un totale di 624 milioni e 800mila fiori impollinati, oltre al sostegno dell’attività di 38 realtà apistiche locali in tutta Italia” conclude Niccolò Calandri. 

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