Il 7 febbraio, grazie all’iniziativa del senatore Matteo Gelmetti (FDI), la Fondazione FAREFUTURO, presieduta dal Ministro Adolfo Urso, ha reso possibile un incontro durante il quale, negli spazi della Sala Capitolare del Senato, alcuni dei protagonisti hanno raccontato, attraverso le loro esperienze e progetti, il valore delle “VERE” economie circolari.
Oltre 150 ospiti in rappresentanza di settori fondamentali quali l’industria dell’auto e dell’indotto, AEE (apparecchiature elettriche ed elettroniche) tessile e fashion, hanno potuto condividere con il Ministro Urso (Imprese e Made in Italy), il senatore Matteo Gelmetti (commissione permanente -bilancio), la senatrice Simona Petrucci (commissione ambiente), l’on. Mauro Rotelli Presidente della commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici Camera dei Deputati, le testimonianze di alcuni dei protagonisti delle economie circolari.
L’architettura dell’evento è stata seguita da Paolo Zappi, Ceo dell’agenzia PEAK 56, da molti anni al fianco di alcune di queste realtà, con l’obiettivo di offrire una visione di come, progetti di “vera” economia circolare possano contribuire ad affrontare le grandi sfide come quella della transizione energetica attraverso il recupero di risorse ricavate dal trattamento dei prodotti a fine vita, talvolta considerati semplicemente rifiuti di cui disfarsi, ma che invece possono garantire evidenti vantaggi per la sostenibilità e la resilienza del sistema paese. In un contesto globale fortemente influenzato dalla scarsità di risorse naturali, le “vere” economie circolari hanno infatti il compito di ridurre la domanda di estrazione primaria. La sfida è con l’Earth Over Shoot day (2 Agosto nel 2023) che marca il giorno in cui vengono esaurite le risorse che il nostro pianeta mette a disposizione su base annuale. Un appuntamento che si allontana solo negli anni di crisi quali il 2008-2009 o il covid, a seguito della riduzione dei consumi e delle produzioni di beni conseguenti.
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Un percorso di consapevolezza e di creazione di valore che spinge le aziende ad estendere le loro attività e i valori dei loro brand (brand contribution) verso altri settori, primo fra tutti la tutela dell’ambiente. Le “vere” economie circolari possono infatti rappresentare la base per la creazione di leadership sostenibili attraverso il nuovo ruolo dei brand che potranno contribuire a risolvere il problema senza impoverire il pianeta ma al contrario dando vita a sviluppo tecnologico e industriale e creando nuovi posti di lavoro. Gli interventi hanno avuto inizio con una panoramica dell’impatto delle economie circolari su alcuni dei settori rappresentati, con Federico Magalini coordinatore delle attività del sustainability team di dss+ per Italia e Regno Unito che ha introdotto il ruolo che l’economia circolare può avere nella transizione energetica e nell’incremento della resilienza del sistema paese. Le Economie Circolari sono innanzitutto economie, che trovano giustificazione industriale prima ancora che ambientale: sono elemento imprescindibile per garantire approvvigionamento di materiali critici o maggiore resilienza ad alcuni settori industriali che rappresentano oltre 10% del PIL italiano. Giuliano Maddalena CEO del Sistema SAFE, hub italiano di consorzi per le economie circolari che comprende i consorzi ECOPED-RIDOMUS (RAEE) ECOPOWER (Batterie piombo e litio) PNEULIFE (PFU) RETEX.GREEN-RE.CREA (TESSILE e FASHION) con oltre 900 soci, ha poi mostrato come la scarsità di risorse naturali possa essere contrastata solo con modelli e organizzazioni complessi a protezione del valore ricavato, capaci di tracciare e certificare ogni fase della gestione dei prodotti a fine vita, fino a sapervi dire esattamente in cosa si trasformano le materie prime seconde ricavate dai rifiuti loro affidati. È il caso del progetto OLTRE IL GREEN di SAFE che unendo i sistemi di protezione dei singoli consorzi come ECOGUARD (2010) ancora oggi unico a livello europeo ha scelto di andare volontariamente OLTRE quello che la legge richiede, Oltre il primo cancello, risolvendo le vulnerabilità che le norme lasciano ma che con il contributo di chi è quotidianamente sul campo al fianco degli operatori, possono essere risolte con efficaci sistemi di protezione del valore generato che altrimenti andrebbe perso come ogni anno accade nelle filiere non protette. Centinaia di migliaia di ton di RAEE che mancano all’appello, mentre nelle filiere adeguatamente protette questo non accade.
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Per chiudere il cerchio, uno dei protagonisti del sistema industriale che rende possibili le economie circolari con Giuseppe Piardi CEO STENA RECYCLING, branch italiana della multinazionale svedese leader nel trattamento dei rifiuti tecnologici con 6.000.000 tonnellate riciclate per un fatturato di 3,9 billion e un EBITDA di 225 mio. In Italia le regole sono severissime così come i controlli: servono autorizzazioni, certificazioni accreditamenti presso le associazioni in aggiunta ad una provata solidità finanziaria. Con 300 dipendenti in 4 siti raggiunge il 97% di recupero nonostante le complessità generate dal fatto che i rifiuti RAEE ad oggi gestiti sono stati progettati oltre 10 anni fa senza le attuali normative di ecodesign. Si parla di metalli base quali ferro, rame ed alluminio, ma anche di metalli preziosi quali argento, oro e platino, di plastiche, per il riciclo delle quali STENA nel 2022 ha inaugurato un innovativo impianto di riciclo con un investimento di circa 20mio. I Polimeri recuperati attraverso il processo di Stena superano le omologazioni più severe come quelle dell’automotive e dell’home appliance. Un ciclo completo per modelli di “vera” economia circolare, capaci di trasformare i rifiuti in risorse alle quali dare una nuova vita riducendo la dipendenza dall’estrazione primaria e la scarsità di risorse naturali, fattori che oggi condizionano gli equilibri politici ed economici. Le “vere” economie circolari dimostrano di essere una interessante opzione per un futuro migliore e per lo sviluppo di valori che i mercati premiano.