L'aumento delle tariffe doganali deciso da Trump sta compromettendo un'economia che funzionava bene e che adesso ha il 40% di possibilità di invertire completamente segno
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L'introduzione dei dazi reciproci sta mettendo a serio rischio la stabilità dell'economia americana che fino a poco tempo fa mostrava fondamentali solidi. Secondo un'analisi pubblicata da Boston Consulting Group (BCG), il rischio di recessione negli Stati Uniti è stimato al 40% nei prossimi 12 mesi, un "forte ridimensionamento rispetto alle solide basi economiche che prevalevano all'inizio dell'anno".
Lo studio, firmato dal Global Chief Economist Philipp Carlsson-Szlezak e dal Senior Economist Paul Swartz, evidenzia come l'aliquota tariffaria media effettiva sia balzata al 22,8% dopo l'introduzione dei dazi "reciproci", ben oltre il livello del 9% che BCG aveva ipotizzato a dicembre nelle sue analisi.
"Con l'annuncio dei dazi 'reciproci', lo scenario del 9% risulta troppo prudente e il regime tariffario in atto sembra collocarsi nella fascia più alta delle nostre ipotesi di dicembre", spiegano gli economisti della società di consulenza.
I numeri previsti sono preoccupanti. Secondo le stime aggiornate, l'inflazione aggiuntiva potrebbe raggiungere il 2,7%, portando il totale al 4,8%. Nel frattempo, la crescita dei consumi è destinata a crollare allo 0,1% e quella del PIL potrebbe rallentare fino allo 0,5%.
"L'effetto frenante dei dazi su consumi e crescita è sempre stato significativo. La vera domanda era — e rimane — se questo freno sia abbastanza forte da far precipitare un'economia statunitense solida in recessione", scrivono gli analisti nel rapporto, sottolineando come questi interventi stiano compromettendo un sistema economico che mostrava fondamentali robusti.
Particolarmente allarmante è la vulnerabilità che si viene a creare: "Man mano che l'economia rallenta, diventa molto più vulnerabile agli shock. Con un tasso di crescita inferiore all'1%, uno shock rilevante — o una combinazione di diversi shock moderati — può facilmente spingere l'economia in recessione".
Gli economisti della società di consulenza definiscono il clima attuale come un'era di "incertezza deliberata" e di rischi più elevati, creando una situazione in cui "il livello di incertezza è straordinariamente elevato e la visibilità sul futuro straordinariamente bassa".
Sebbene la stima di crescita del PIL pari allo 0,5% resti positiva, è fortemente ridimensionata rispetto alle previsioni precedenti. La società di consulenza sottolinea che i mercati del lavoro e l'economia reale appaiono ancora in buona salute, ma l'orizzonte si è drasticamente oscurato.
"Come abbiamo sostenuto in un articolo pubblicato su Harvard Business Review", concludono gli economisti, "il nuovo regime di 'incertezza deliberata' richiede da parte di dirigenti e investitori una flessibilità strategica nelle scelte".