Boom di acquisti fast fashion e di capi second hand: il 37% di chi compra abiti sceglie le piattaforme online, ma crescono anche i mercatini vintage
© Istockphoto
Con stipendi che da anni restano stagnanti, un'inflazione che erode il potere d'acquisto e un panorama di incertezze economiche globali, gli italiani hanno imparato a ridefinire le proprie abitudini di acquisto, puntando sempre più sul risparmio. Questo fenomeno si riflette chiaramente nel settore dell'abbigliamento, con un'impennata significativa del fast fashion e degli acquisti di indumenti di seconda mano.
Secondo una recente indagine dell'Istituto Piepoli per Udicon (Unione per la Difesa dei consumatori), per il 66% degli intervistati il prezzo basso rappresenta il fattore determinante nella scelta di acquistare capi di abbigliamento economico. Lo studio rivela inoltre che il 37% degli italiani che acquistano capi a basso costo preferisce utilizzare piattaforme digitali, mentre il 32% continua a preferire i negozi fisici e il 15% frequenta assiduamente i mercatini dell'usato.
"L'indagine conferma un dato ormai strutturale dove il risparmio è diventato un motore potente delle scelte d'acquisto", evidenzia Martina Donini, presidente di Udicon.
Tra i più giovani, però, emerge anche la volontà di seguire le ultime tendenze della moda senza spendere cifre elevate. Non trascurabile è anche l'attenzione alla sostenibilità, indicata dal 44% degli intervistati come motivazione rilevante per l'acquisto di capi usati o a basso costo.
L'indagine rivela che quattro italiani su dieci hanno acquistato almeno una volta abbigliamento a prezzi contenuti. Tra le piattaforme online più utilizzate, Amazon domina con il 58% delle preferenze, seguita da Shein (28%), Temu (23%), H&M (21%) e Zara (20%). La frequenza di acquisto è considerevole: il 47% degli intervistati effettua acquisti mensilmente, mentre il 28% addirittura settimanalmente.
Nonostante il predominio dell'e-commerce, Udicon sottolinea l'importanza delle tutele per i consumatori: "L'egemonia dell'online non può però farci dimenticare che anche l'abbigliamento economico deve sottostare a regole precise: trasparenza nelle informazioni, sicurezza dei prodotti, correttezza nei tempi di consegna e nelle modalità di reso". Il messaggio è chiaro: "Il prezzo basso non può e non deve mai giustificare la mancanza di garanzie. I consumatori hanno il diritto di sapere cosa comprano, da chi lo comprano e con quali condizioni di tutela".