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Prada compra Versace e nasce un colosso del lusso italiano, ma due terzi dei marchi storici di moda sono in mani straniere

La recente acquisizione di Versace da parte di Prada segna la nascita di un gigante del lusso tricolore, ma la presenza di capitali stranieri resta ancora importante

11 Apr 2025 - 18:10
 © Istockphoto

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Prada ha annunciato di aver raggiunto un accordo definitivo per acquisire il 100% di Versace da Capri Holdings. L'accordo del valore di 1,25 miliardi di euro segna un punto di svolta nel panorama del lusso italiano. Patrizio Bertelli, presidente e amministratore esecutivo di Prada, ha espresso entusiasmo per l'operazione, sottolineando l'impegno condiviso verso la creatività e il patrimonio culturale.

Il bilancio: un'Italia della moda a prevalenza straniera

 Analizzando la situazione attuale dei principali marchi della moda italiani, emerge un quadro significativo: su oltre 30 marchi storici considerati, grazie alla recente acquisizione di Versace da parte di Prada, circa un terzo rimane sotto controllo italiano, mentre due terzi sono in mano straniera. Di questi ultimi, la maggioranza è controllata da gruppi francesi, seguiti da fondi americani, mediorientali e asiatici.

Versace, precedentemente acquisita da Capri Holdings (ex Michael Kors) nel 2018, torna ora sotto controllo italiano. Una parte significativa dei marchi storici italiani rimane sotto il controllo di gruppi stranieri che negli anni hanno fatto shopping dei brand più iconici e rappresentativi del made in Italy. I più presenti in questo senso sono i francesi.

L'impero francese del lusso

 I gruppi LVMH e Kering continuano a essere i due leader mondiali del lusso. Il gruppo LVMH (Louis Vuitton Moët Hennessy) del magnate Bernard Arnault, in particolare, possiede marchi come Bulgari (acquisito nel 2011), Fendi (acquisito nel 2001), Loro Piana (acquisito nel 2013), Acqua di Parma (acquisito nel 2001), Emilio Pucci (acquisito nel 2000). Mentre la rivale Kering di François-Henri Pinault possiede marchi italiani come Gucci (acquisito nel 2004), Bottega Veneta (acquisito nel 2001), Pomellato e DoDo (acquisiti nel 2013) e Brioni (acquisito nel 2012).

L'influenza francese si estende anche in parte all'etichetta dei piumini di lusso Moncler: Lvmh è infatti entrata nella holding che controlla appunto la società di Remo Ruffini.

Capitali internazionali

 Non manca una presenza significativa di altri investitori internazionali. Il marchio di calzature Sergio Rossi è stato acquisito nel 2021 dal gruppo cinese Fosun Fashion Group (ora Lanvin Group). Golden Goose, celebre per le sue sneaker di lusso, è passato nel 2020 sotto il controllo di Permira, fondo di private equity globale con sede a Londra. 

Il lusso italiano sotto l'influenza mediorientale

 La presenza mediorientale nel lusso italiano è particolarmente significativa. Lo storico brand Valentino, fondato nel 1960 da Valentino Garavani, è controllato dal fondo sovrano del Qatar Mayhoola for Investments dal 2012, con una partecipazione del 30% recentemente acquisita da Kering. Il marchio, sinonimo di eleganza e raffinatezza italiana, ha cambiato più volte proprietà negli ultimi vent'anni prima di finire sotto controllo qatariota. Roberto Cavalli è dal 2019 di proprietà di Vision Investment Co., società di investimento di Dubai controllata dal magnate immobiliare Hussain Sajwani.

Quando lo straniero fa danni Non mancano casi di gestione estera fallimentare: La Perla, prestigioso brand di lingerie di lusso, è stato acquisito nel 2018 dal fondo Sapinda, gestito dall'investitore tedesco Lars Windhorst, e poi nel 2023 è passato sotto il controllo del gruppo Tennor Holding. Dopo l'apertura della liquidazione giudiziale, l'azienda è in attesa di un nuovo proprietario.

I marchi ancora italiani

 A restare del tutto italiani sono: Giorgio Armani, che rappresenta un caso unico nel panorama della moda italiana, essendo rimasto completamente indipendente grazie alla ferma volontà del suo fondatore che, a 90 anni, detiene ancora il controllo totale dell'azienda valutata una decina di miliardi di euro; Prada che oltre a Versace, controlla anche Miu Miu, Church's e Car Shoe; Dolce & Gabbana, Brunello Cucinelli, Moschino (acquisito dal gruppo Aeffe nel 2013), Salvatore Ferragamo (a maggioranza tricolore ma con una partecipazione cinese), Tod's (che controlla anche Hogan e Fay e ha in pancia una partecipazione di LVMH ), Missoni.

Quest'ultimo gruppo, fondato nel 1953 da Ottavio e Rosita Missoni, è riuscito a mantenere la sua indipendenza italiana nonostante le sfide del mercato globale. Nel 2018, il fondo di investimento italiano FSI (Fondo Strategico Italiano) ha acquisito una quota del 41,2% della maison, lasciando il 58,8% alla famiglia Missoni. Questo ha rappresentato un'importante iniezione di capitale che ha permesso al marchio, famoso in tutto il mondo per i suoi caratteristici motivi a zig-zag e le sue lavorazioni colorate, di espandersi ulteriormente preservando al contempo il suo DNA italiano. Sotto la direzione creativa di Angela Missoni prima e Filippo Grazioli poi, il brand continua a essere un simbolo del made in Italy che ha saputo evolversi rimanendo fedele alle proprie radici.

Un caso particolare è quello di Trussardi che ha vissuto alterne vicende: dal 2019 è stato controllato al 60% dal fondo italiano QuattroR e al 40% dalla famiglia Trussardi, per poi passare nel 2022 sotto il controllo del gruppo Asset Management italiano e finire a marzo 2024 nel Gruppo Miroglio.

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